Afghanistan: Porte Aperte, la testimonianza di una coppia cristiana rimasta nel Paese

“L’Afghanistan è sempre stato un luogo pericoloso per i cristiani. Seguire Gesù apertamente è impossibile. Ora le cose sono peggiorate. È peggio di prima, ma non è nulla di nuovo”: è quanto afferma una coppia di cristiani afghani in una testimonianza audio riportata da Porte aperte, l’associazione che da oltre 60 anni sostiene le comunità cristiane perseguitate nel mondo. Nell’audio Saad e Fatimah, questi i nomi di fantasia della coppia, dichiarano che “circolava una lista con i nostri nomi. Alcuni sono stati uccisi. Altri sono stati rapiti, altri ancora scomparsi. Sembra il giorno dopo un’enorme, catastrofica esplosione. Le luci si sono spente. La festa iniziata una notte di quasi 20 anni fa è terminata e la musica è stata sostituita da urla, spari e anche dal silenzio. Il suono del nulla”. I due, rimasti nel Paese, poi aggiungono: “I burqa sono tornati. Gli uomini con i fucili sono diventati un appuntamento fisso per le strade del paese. E, sempre di più, l’Afghanistan inizia la sua discesa nel silenzio”. L’Afghanistan si colloca nella seconda posizione dei luoghi dove più si perseguitano i cristiani al mondo (fonte World Watch List 2021 di Porte Aperte). Vessazioni di ogni tipo, fino alla tortura e alla morte sono punizioni ammesse per coloro che hanno abbandonato l’islam in Afghanistan. Una situazione che li costringe a praticare la fede cristiana nell’ombra. Nei giorni in cui Kabul cadeva, Fatimah dava alla luce una bambina: un segno di vita e speranza nel mezzo del caos, conclude Porte Aperte.

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