Naufragio nella Manica: arcivescovo anglicano Welby, “c’è bisogno di un sistema migliore basato su sicurezza e cooperazione. Così non può andare avanti”

“È stata una perdita di vite umane devastante. Ogni persona è figlio di Dio, preghiamo per tutti coloro che stanno soffrendo per questo terribile dolore oggi”. Esprime da Londra parole cariche di dolore l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, guida spirituale della Chiesa anglicana, alla notizia del naufragio ieri nel canale della Manica che è costata la vita di almeno 27 persone, tra cui anche donne incinte e bambini. “Abbiamo bisogno – scrive Welby in un tweet – di un sistema migliore basato su sicurezza, compassione, giustizia e cooperazione transfrontaliera. Così, non può andare avanti”. L’imbarcazione era carica di migranti ed era diretta nel Regno Unito quando è affondata al largo di Calais. In precedenza, il presidente Emmanuel Macron e il ministro dell’Interno Gérald Darmanin avevano riferito di 31 morti. Ma ad oggi il numero delle vittime è ancora incerto. Sulla vicenda, ieri sera, il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto un colloquio telefonico. Macron ha insistito sulla “necessità di agire degnamente, nel rispetto e in uno spirito di cooperazione efficace, trattandosi di vite umane”. Il ministro degli Interni francese, Gerald Darmanin, ha annunciato l’arresto da parte delle autorità francesi di cinque trafficanti di esseri umani, sospettati di avere un ”collegamento diretto” con il naufragio. Darmanin li ha definiti dei “criminali” che “sfruttano la miseria delle persone, delle donne e dei bambini”. Il ministro ha detto che tra le vittime ”ci sono donne incinte e bambini, morti su una barca di fortuna”. Per poche migliaia di euro, queste persone vengono sfruttate. I due sopravvissuti, un iracheno e un somalo, erano “in ipotermia”, ha aggiunto Darmanin, spiegando che presto verranno ascoltati.

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