Diocesi: Adria-Rovigo, domani celebrazioni con mons. Pavanello e mons. Crepaldi per la festa di San Bellino, vescovo e martire

La Chiesa di Adria-Rovigo si prepara a celebrare la festa di San Bellino, vescovo e martire, patrono principale della diocesi e della citta di Rovigo. Venerdì 26 novembre, nel duomo-concattedrale di Rovigo, di cui san Bellino è compatrono, alle 10 il vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, presiederà la celebrazione eucaristica. Originario della diocesi di Adria-Rovigo, Crepaldi celebra quest’anno i 50 anni di sacerdozio e i 20 di episcopato. La messa, alla quale sono invitati tutti i sacerdoti e i fedeli laici della diocesi fino al raggiungimento del numero massimo di posti consentiti dalle normative anti-Covid, sarà trasmessa in streaming sul canale YouTube della diocesi. Alle 17, poi, sarà il vescovo diocesano Pierantonio Pavanello a celebrare l’Eucaristia nella basilica di San Bellino nell’omonimo paese che custodisce le spoglie mortali del patrono.
“La storia – ha scritto mons. Pavanello – ci restituisce la figura di un vescovo zelante, completamente dedicato alla cura della sua Chiesa e alla santificazione del popolo a lui affidato. Ricordarlo mi sembra di aiuto per riflettere sull’importanza di accogliere il ministero dei pastori e di lasciarsi guidare da loro”. “È un tema di attualità, in quanto assistiamo oggi ad una contestazione molto forte dell’insegnamento e della guida pastorale dei vescovi e del Papa stesso, da parte di una minoranza di fedeli che si ritengono difensori della tradizione e della vera dottrina”, prosegue il vescovo, osservando che “non è un fatto nuovo nella storia della Chiesa, già san Bellino, novecento anni fa, dovette soffrire l’ostilità di chi si opponeva al suo ministero al punto da ordinarne l’assassinio”. “I fedeli, soprattutto le persone più semplici, sono sconcertate”, rileva mons. Pavanello, secondo cui “fa male soprattutto sentire criticare l’insegnamento di Papa Francesco e addirittura mettere in discussione la sua autorità. È importante avere ben presente che il criterio per distinguere la vera dottrina è dato dalla comunione dei vescovi tra loro e con il vescovo di Roma, il Papa: chi non è in questa comunione non può presentarsi come guida autentica e chi segue questi falsi pastori deve essere consapevole di camminare fuori dalla Chiesa”.

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