“La scuola italiana è la scuola del 2 giugno. Che significa? Significa che è ‘costituzionale’, nel senso che sente fortemente l’ispirazione di una Costituzione, la nostra, che mette al centro la persona. La Pira ci ha insegnato che la differenza dell’ordinamento repubblicano rispetto al passato sta nel fatto che la nostra costituzione mette al primo posto la persona e al suo servizio lo Stato, a differenza dei regimi totalitari”. Lo ha detto ieri il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, intervenendo al seminario promosso dal network associativo “Ditelo sui tetti”. “Mettere al centro la persona – ha aggiunto il ministro – significa anche capire l’importanza fondamentale assegnata alla famiglia dall’art. 29 della stessa Costituzione. La famiglia è infatti la comunità politica originaria: lo Stato deriva da un insieme di famiglie. Questo principio è anche al centro dell’art. 30: il diritto originario di educare è dei genitori”. E ancora: “La scuola deve valorizzare la persona, scoprendo i talenti e le abilità di ogni studente. Da questa stessa finalità deriva anche l’idea del docente tutor, che vuole essere uno strumento per una sempre più accentuata personalizzazione. Di qui discende anche il senso della parola ‘merito’, che non significa affatto la ‘scuola dei migliori’, ma c’entra piuttosto anche con chi è stato bocciato. Perché anche chi ha ricevuto delle delusioni deve avere la possibilità di cambiare; se ci sono percorsi personalizzati, anche quei ragazzi con problemi possono diventare persone mature. Eccola, allora, l’idea vera del merito: valorizzare i talenti di ciascuno”.
Poi il ministro parlato del “mandato della scuola italiana”: “Deve essere la scuola delle due ‘L’, cioè la scuola della ‘libertà’, ma anche la scuola del ‘lavoro’. La scuola deve educare a una cittadinanza attiva, garantendo la libertà di esprimere la propria personalità, ma sapendo anche insegnare a ciascuno che può e deve dare il proprio apporto alla società. Dobbiamo pensare a queste due ‘L’ in una scuola pubblica a 360 gradi, fatta di scuole statali e di paritarie, che mettano al centro la figura del docente, perché serve a tutti una nuova autorevolezza della scuola e dell’insegnante per affrontare alcuni fenomeni gravi e capillari come il bullismo. La scuola delle due ‘L’ ha, poi, bisogno di una grande alleanza con la famiglia. Più ancora: serve una vera e forte alleanza complessiva fra famiglia, docenti, studenti, scuola a 360°, fatta di statali e paritarie”.
“Per questa alleanza – ha affermato Valditara – dobbiamo ricostruire un percorso comune. In particolare, stiamo inserendo anche le scuole paritarie nel Pnrr: si tratta di fondi per 600 milioni, 150 milioni e 450 milioni, che verranno condivisi per progetti anche delle paritarie”.