Scuola: Milano, ieri il seminario sull’educazione promosso dal network associativo “Ditelo sui tetti”. Le voci delle associazioni, delle famiglie, dei docenti

Ha rilanciato la bellezza possibile dell’educazione il seminario promosso dal network associativo “Ditelo sui tetti”, che si è svolto ieri a Milano, con il dialogo tra il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, Giancarlo Cesana, presidente di “Esserci”, suor Anna Monia Alfieri, opinionista di cultura dell’educazione, Stefano Malatesta, presidente dell’Agesc di Milano, Peppino Zola, cofondatore della scuola “La zolla”, Elena Fruganti, insegnante e coordinatore dell’equipe di competenze scolastiche di “sui tetti”, il poeta Davide Rondoni.
“La bellezza dell’educazione c’è nell’ incontro di un adulto con un giovane a partire da quel desiderio inestinguibile di verità, pienezza e giustizia che mai si spegne nel cuore di ognuno. Serve che ogni studente sia guardato personalmente. Perché si avveri questo sguardo, sono urgenti un nuovo patto fra scuola e famiglia, una reale pluralità educativa che consenta effettivamente scelte diversificate, una netta priorità al merito nel rapporto insegnanti-genitori-giovani per capire e valorizzare i talenti di ogni studente”, ha detto Domenico Menorello, che ha coordinato l’incontro per il network organizzatore “Ditelo sui tetti”.
Per il presidente di “Esserci”, “il proprium dell’educazione è la libertà. E la libertà è fare quello che si vuole, ma il vero problema è sapere cosa si vuole!”. E ha chiarito: “La libertà è fatta per la verità e la verità è ciò per cui siamo fatti: la libertà, cioè, è per riconoscere il destino”. “Invece – ha proseguito – a scuola ci insegnano tutta una serie di ‘date’ senza il farci vedere il filo che le lega, ma questa non è educazione, perché l’educazione è l’introduzione alla totalità della realtà e dunque alla domanda di significato della stessa. Questa dimensione del cuore rimbalza il problema educativo sugli adulti, che per lo più vivono l’omologazione dell’assenza del significato”.
Zola ha avvertito: “La costituzione più bella del mondo riconosce alla famiglia il compito di educare”, che perciò deve poter essere libera nella “scelta della scuola. Ma oggi questa libertà non c’è perché l’accesso alle paritarie non è per tutti. Per questo chiediamo passi concreti contro tale discriminazione”.
Malatesta ha osservato: “È sempre più necessario trovare luoghi dove l’esperienza educativa non sia conforme alla logica della ripetizione o dei risultati standardizzati, ma guardi invece alla singola persona nella sua interezza. Questo è di fondamentale importanza per un genitore e credo sia il motivo per cui molti genitori iscrivono i propri figli in una scuola paritaria”. Domandando questa impostazione, “i genitori chiedono una alleanza educativa per la quale non basta una crescita nozionistica”. “Spesso – continua il presidente dell’Agesc– le scuole paritarie sono scelte proprio per la maggior capacità di personalizzazione, cosicché le stesse possono aiutare un circolo virtuoso per l’intera scuola italiana. Ma, in tutta Europa solo Italia e Grecia sono i Paesi in cui questa libertà educativa non è consentita. Andiamo al punto: le rette delle paritarie devono essere abbattute. Altrimenti non c’è scelta educativa. Ecco l’ingiustizia da eliminare”.
Suor Alfieri ha evidenziato: “Solo la pluralità delle proposte di educazione garantisce e alimenta il pluralismo ideale e culturale, che è alla base delle stesse libertà costituzionali: libertà, dunque, vuol dire pluralismo, in modo che ognuno possa avere o scegliere una identità e una proposta ideali distinta dalle altre”.
Fruganti ha ricordato: “La scuola non è trasmissione di nozioni, perché l’educazione è in primo luogo una dinamica umana, che si sostanzia in un incontro umano con i ragazzi, che ha a che fare con il destino dell’altro. Si tratta di una dinamica che merita fiducia seppur dentro tutte le criticità, perché il cuore dei ragazzi resta lo stesso: quello degli angeli del fango della Romagna appare subito identico a quello dei ragazzi dell’alluvione a Firenze nel ’66, che oggi sono padri, madri e docenti”.

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