Ucraina: tavola rotonda sulla pace a Bruxelles tra rappresentanti delle Chiese e responsabili politici su come promuovere la pace. Comece, “cruciale offrire una rinnovata visione strategica”

Comece, tavola rotonda sulla pace in Ucraina (Foto Comece)

La via della pace passa anche e soprattutto per l’Unione europea. Per questo, la Commissione degli episcopati Ue (Comece) ha promosso questa mattina a Bruxelles una tavola rotonda dedicata alla guerra in Ucraina e alle sfide alla sicurezza in corso nella regione orientale del continente europeo. All’incontro hanno partecipato rappresentanti della Chiesa, responsabili politici dell’Ue e attori della società civile al Parlamento europeo. Nel prendere la parola, mons. Jan Vokál (Repubblica Ceca), presidente della Commissione Comece per le Relazioni esterne dell’Unione europea, ha detto: “Gli sviluppi geopolitici in corso e le realtà mondiali in rapida evoluzione spingono l’Unione europea a rendersi conto di quanto sia cruciale offrire al continente una rinnovata visione strategica per la stabilità, la giustizia e la pace”. Al cuore delle discussioni, la guerra in corso nel cuore dell’Europa. “L’aggressione militare ingiusta e disumana della Federazione Russa contro l’Ucraina – ha detto mons. Vokál – non solo ha causato orribili sofferenze alle persone innocenti in Ucraina, ma ha anche scosso l’intera architettura della sicurezza in Europa e oltre”. La Comece ha ricordato anche le “continue gravi sfide ai diritti umani e alla democrazia in Bielorussia”, “i conflitti congelati e altri eventi destabilizzanti sia a Est che a Sud, spesso alimentati da attori esterni”. “Questi sviluppi hanno anche dimostrato che la pace e la stabilità non possono essere costruite solo sulla base di meccanismi commerciali e di investimento, se questi non sono inseriti in un quadro più ampio volto a promuovere una base comune di valori e principi”.

Comece, tavola rotonda sulla pace in Ucraina (Foto Comece)

Ricordando quindi le parole di Papa Francesco pronunciate ai vescovi della Comece, quest’anno a marzo, mons. Vokál ha sottolineato che per portare avanti la causa della pace, occorrono tre elementi essenziali: profezia, lungimiranza e creatività”. Il vescovo ha poi parlato delle candidature di Ucraina, Moldavia e Georgia per una futura adesione all’Ue.  “Con la guerra in corso sul suolo europeo”, ha osservato, “l’allargamento dell’Ue riacquista un’importanza strategica per la pace e la prosperità nella nostra regione”. “Il processo di allargamento deve però essere credibile e deve rispondere adeguatamente alle aspettative dei cittadini dei Paesi candidati”, ha aggiunto, “altrimenti rischia di ritorcersi contro e fomentare sentimenti antieuropei”. Ma il processo va seguito.  “Riconoscendo la diversità dei Paesi e le loro libere scelte – ha affermato a questo proposito mons. Vokál – coloro che aspirano a legami più stretti con l’Unione Europea o anche a una futura adesione, dovrebbero essere autorizzati a intraprendere questa strada”. Alla tavola rotonda ha partecipato anche padre Ihor Shaban, della Chiesa greco-cattolica ucraina, che ha espresso gratitudine per gli sforzi di solidarietà dell’Ue nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo sofferente, chiedendo al contempo di mantenere l’unità in questo sostegno.

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