Assemblea Cei: comunicato finale, richiamo alla pace e alla legalità. La gratitudine da Ucraina e Turchia

Più volte, nel dialogo in aula, è risuonato il richiamo alla pace, con la domanda esplicita di un impegno nella linea espressa dagli incontri di spiritualità sul Mediterraneo e di un maggiore coinvolgimento della Cei sui temi della riconciliazione e della legalità. Lo riferisce il comunicato finale della 77ª Assemblea generale della Cei conclusasi oggi in Vaticano. “La guerra è una pandemia. Ci coinvolge tutti. La Chiesa e i cristiani credono nella pace – le parole del cardinale presidente, Matteo Zuppi –, siamo chiamati a essere tutti operatori di pace, ancora di più nella tempesta terribile dei conflitti”. In questo senso, è stato condiviso, l’enciclica Pacem in terris, di cui ricorre il 60° anniversario della pubblicazione, resta un riferimento importante per rileggere il tempo presente. Così come, per il Paese, l’esempio dei tanti testimoni – Falcone, don Puglisi, don Diana – che sono stati uccisi per aver combattuto le mafie con coraggio e determinazione. Per questo, è importante continuare a “operare per la liberazione dal male ed essere nel cuore dello slancio dell’Italia verso il futuro”.
Ai vescovi è giunto il messaggio di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica, con un ringraziamento alla comunità ecclesiale italiana per l’accoglienza dei profughi ucraini e per il sostegno nel far fronte all’emergenza causata dal conflitto, così come per gli aiuti concreti che hanno permesso, da un lato, di salvare tante vite umane e, dall’altro, di supportare la popolazione che sperimenta una grave crisi umanitaria. Gratitudine anche dalla Conferenza episcopale della Turchia per i contributi e l’affetto manifestato verso la Chiesa di Anatolia, in occasione del terremoto che ha devastato diverse aree della Turchia e della Siria.

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