Otto per mille: mons. Baturi, “100 milioni in meno, preoccupati per calo ma compensiamo con altri fondi”

Il gettito dell’otto per mille a favore della Chiesa cattolica “ha registrato un calo di 100 milioni di euro”, che però non intaccheranno le attività caritative della Chiesa italiana, che “compenserà con altri fondi”. Lo ha detto mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di chiusura dell’Assemblea dei vescovi italiani. “I dati di quest’anno sono riferiti al 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia e del blocco delle attività industriali, con ovvie ricadute sul gettito totale dell’Irpef”, ha spiegato il vescovo: “Se il gettito totale diminuisce, diminuisce anche l’otto per mille, e quindi la quota dell’otto per mille destinata alla Chiesa cattolica”. “Siamo comunque i principali destinatari dell’otto per mille, visto che la firma a favore della Chiesa cattolica riguarda il 71% degli italiani”, ha puntualizzato il segretario generale della Cei: “I milioni in meno che riceviamo non vanno però ad incidere sulla destinazione della carità, perché la Cei ha deciso di compensare questi mancati introiti con altre risorse. La Cei destinerà per la carità altri fondi, perché i più poveri non ne abbiano a soffrire. L’otto per mille fa tanto bene: faremo di tutto per non farne di meno”. “L’otto per mille – ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei – è molto utile per tutti, perché la Chiesa cattolica lo dà a tutti, senza nessuna destinazione. A tutti coloro che sono i destinatari degli aiuti non chiediamo nessun tipo di appartenenza. L’otto per mille è una grande forma di libertà fiscale, di redistribuzione della ricchezza, nata dall’intuizione di un fisco solidale”. Il calo dell’otto per mille, secondo Baturi, “è un ulteriore riflesso della mancanza dello spirito di partecipazione che si registra anche in altri ambi della vita democratica. questo deficit di partecipazione attiva ci preoccupa”.

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