Africa: Amref, “nei media italiani si parla poco di innovazione nel Continente nero e spesso in modo sbagliato”

Dal rapporto di Amref “L’Africa mediata”, presentato oggi a Roma per l’Africa day, emerge che di innovazione in Africa sui media italiani si parla poco e spesso nel modo sbagliato. Due dati lo confermano: l’estrema marginalità del tema, presente nelle testate specializzate ma difficilmente nei media mainstream, e la quasi esclusiva connotazione esogena dei cambiamenti, descritti per lo più come conseguenze di progetti esportati dall’Italia o in generale dall’Occidente. Nei 75 programmi televisivi analizzati, in 829 puntate, solo il 6% dei frame (50 frame) è dedicato al tema dell’innovazione e dello sviluppo in Africa.
Tendenza che si conferma anche con l’analisi delle edizioni online e delle pagine Facebook delle 62 principali testate giornalistiche italiane e degli organi di informazione dedicati all’Africa, da cui emerge che nel corso dell’anno solo 96 articoli e 28 post su Facebook riguardavano i processi di innovazione in Africa. Di questi, la maggioranza è dedicato al settore economico con focus su progetti di cooperazione che partono dall’Europa con la percezione di un continente “sotto tutela”. Gli unici esempi di narrazione complessa e continuativa sono le reti per la distribuzione del segnale 5G e le iniziative per il trasporto dei combustibili fossili. Per quanto riguarda invece l’innovazione culturale e artistica questa risulta collegata esclusivamente alla fruizione di eventi di scena in Italia, in Europa o in America. Si nota inoltre una tendenza a generalizzare il racconto dei processi di sviluppo al continente nel suo complesso, con una limitata focalizzazione sui singoli Paesi.
“Amref crede fortemente nell’innovazione per realizzare, come da sua missione, un cambiamento duraturo per la salute del continente africano. Già dal 2005, per esempio, utilizziamo strumenti di formazione digitale per rafforzare capacità e conoscenze non solo del personale sanitario ma anche delle comunità nelle quali lavoriamo. Più recentemente abbiamo sviluppato una app che offre ai ragazzi e alle ragazze counselling sulla salute di genere e riproduttiva, servizio particolarmente importante per prevenire gravidanze precoci e forme di violenza. Due esempi che mostrano il volto decisamente innovativo e all’avanguardia dell’Africa. È veramente importante che i media comincino a raccontarlo”, ha detto George Kimathi, direttore di Amref Institute of Capacity Development.
Amref è promotrice di numerose innovazioni, in ambito salute, “made in Africa” – come ha ricordato durante l’evento George Kimathi – ed altre che rappresentano una forte cooperazione tra Italia e il continente africano: in Uganda per esempio il progetto Kokono, in collaborazione con De-Lab, Società Benefit e B-Corp™, ha fornito una risposta concreta all’elevato tasso di mortalità dei bambini a causa della malaria. Rilevante anche 3Map – il progetto sviluppato dalla social good company TriM – che consente la raccolta, la registrazione, l’analisi e la diffusione di informazioni per contrastare le conseguenze di eventi climatici avversi.

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