Papa Francesco: “nella Chiesa non c’è posto per chi abusa”, “partire dall’ascolto delle vittime”

“Se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abuso, che rappresenta già di per sé una mostruosità, tale caso sarà affrontato sempre con la massima serietà”. Ad assicurarlo è il Papa, intervistato da Francesco Antonio Grana su Il Fatto Quotidiano in occasione del decennale del pontificato. “Benedetto XVI ha avuto il grande merito di denunciare pubblicamente questo scandalo enorme quando era ancora cardinale”, ricorda Francesco a proposito della pedofilia: “Tutti ricordiamo le sue parole: ‘Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!’. Non ha avuto solo il grande coraggio di denunciare tutto questo quando ancora non se ne parlava tanto, quando ancora non c’era la piena consapevolezza di questo abominio, ma, sia da cardinale che poi da Papa, ha lottato con tutte le sue forze contro l’omertà e l’insabbiamento che per decenni hanno coperto chi nella Chiesa ha commesso gli abusi”. Per un pastore è fondamentale “partire dall’ascolto delle vittime”, argomenta il Papa: “Benedetto XVI aveva incominciato ad ascoltare le vittime durante i suoi viaggi internazionali. Questa condivisione del pastore: bisogna partire da qui. Nella Chiesa non c’è posto per chi si macchia di questo abominevole peccato contro Dio e contro l’uomo”. “Ma la pedofilia è anche un reato che la giustizia deve punire”, osserva Francesco: “Coprire gli abusi è una pratica abituale. Il 40 per cento dei casi di abuso avviene nelle famiglie e nel quartiere e tutto questo viene coperto. Un’abitudine che la Chiesa ha avuto fino allo scandalo di Boston nel 2002. In quel momento, la Chiesa si è accorta che non poteva più coprire la pedofilia dei suoi preti, ma nelle famiglie e nel mondo dello sport c’è ancora questa abitudine. Un altro punto che vorrei sottolineare è il problema della videopornografia infantile. Dove avviene? Chi sono coloro che hanno la libertà di fare questo senza che nessuna autorità li riprenda? È una cosa molto brutta perché la videopornografia infantile si fa in video con i bambini”.

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