Cammino sinodale: 250 referenti in rappresentanza di 147 diocesi a Roma. Mons. Castellucci, “creare uno stile, gettando ponti verso i diversi mondi”

Oltre 250 referenti del Cammino sinodale in rappresentanza di 147 diocesi si sono ritrovati l’11 e il 12 marzo, a Roma, per confrontarsi sull’esperienza in atto e proseguire con rinnovato slancio nel percorso avviato. Al termine dell’incontro, i partecipanti hanno pregato insieme per Papa Francesco alla vigilia del decimo anniversario della sua elezione. L’Assemblea è stata occasione per presentare una prima fotografia sui Cantieri di Betania, il cui scopo in questo secondo anno di Cammino, come ha precisato mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale, è quello di “creare uno stile, gettando ponti verso i diversi mondi, e non quello di proporre delle esperienze che poi vengano archiviate”. Alla data del 31 gennaio, sono stati attivati 377 cantieri. Di questi: 101 della “strada e del villaggio”, 99 dell’“ospitalità e della casa”, 93 delle “diaconie e della formazione spirituale” e 84 scelti dalla diocesi. Per quanto riguarda i temi, i primi affrontano questioni relative ai giovani, alle famiglie, all’iniziazione cristiana, alla carità, al volontariato, all’ambito sociopolitico, ai linguaggi, alle fragilità, al lavoro e al Creato. I secondi si concentrano sugli Organismi di partecipazione (consigli presbiterali, consigli pastorali e degli affari economici…), sulla corresponsabilità, sulla fraternità, sui sacerdoti e sul rapporto tra consacrati e laici e con la comunità, sulla leadership e sulla gestione di beni e strutture. I terzi focalizzano l’attenzione sulle strutture ecclesiali, sulla centralità e riscoperta della Parola, sulla formazione, sui ministeri, sul ruolo delle donne, sui passaggi di vita. Gli 84 cantieri individuati da ogni Chiesa locale sulla base delle priorità emergenti riguardano soprattutto l’iniziazione cristiana, le relazioni tra le generazioni, la liturgia, le donne e i ministeri, le forme di vita pastorale (unità o comunità pastorale), gli Organismi di partecipazione, l’organizzazione delle strutture ecclesiali, l’autorità e la corresponsabilità, la pietà popolare. Non è mancata la sottolineatura delle fatiche, tuttavia, si legge ne comunicato finale, la “sfida è ora quella di imparare da tali difficoltà per trasformarle in opportunità o superarle”, con quella “sapienza che è la bussola nei percorsi della vita”, ha detto don Dionisio Candido, responsabile del Settore dell’apostolato biblico dell’Ufficio catechistico nazionale. “Dobbiamo porci in un atteggiamento di ascolto profondo, non funzionale a una risposta immediata, ma che si lascia raggiungere ed eventualmente provocare e ferire dalla domanda. Lo Spirito ci parla così”, ha aggiunto mons. Castellucci. “La metodologia non è solo tecnica ma può favorire un’autentica esperienza di Chiesa”, ha ricordato mons. Antonio Mura, vescovo di Nuoro e di Lanusei e membro del Comitato nazionale, che ha ribadito “l’importanza di dare sempre più spazio nelle comunità alla Parola, all’Eucaristia e al silenzio” e “la necessità di una Chiesa che in ogni parte d’Europa sia accogliente ed includente verso tutti” con la “consapevolezza di essere soggetti ecclesiali, parte del tutto e mai da mettere da parte”.

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