Anziani: Auser, “politiche per l’invecchiamento attivo sfida dell’Italia e dell’Europa, ma occorrono risorse dedicate”

Oggi molti, troppi, anziani sono afflitti da un insieme di condizioni (sanitarie, economiche sociali, ambientali, abitative) che rendono l’ultima stagione della loro vita particolarmente faticosa. Rimuovere queste condizione deve essere, secondo Auser, impegno prioritario di tutta la comunità. Per farlo è necessario promuovere nel Paese e in Europa “un serio programma politico per l’invecchiamento attivo”. Per questa ragione Auser condivide il progetto di “Coordinamento nazionale partecipato multilivello delle politiche sull’invecchiamento attivo” – e la sua “Bozza di raccomandazioni” – presentato oggi a Roma in un convegno. In particolare Auser ritiene che le “raccomandazioni debbano diventare parte strutturante la legge nazionale per l’invecchiamento attivo e delle leggi regionali”. Considerando inoltre che la crescente longevità interessa l’insieme degli Stati dell’Unione europea, “le raccomandazioni dovrebbero diventare oggetto di specifiche direttive europee al fine costruire un welfare europeo a garanzia dei diritti delle persone longeve in tutto il vecchio continente.
Auser sottolinea inoltre, “come non sia sufficiente un quadro normativo nazionale ed europeo innovativo se non supportato da adeguate risorse. Fintanto che le Regioni destinano solo lo 0,2% dei loro bilanci a copertura di politiche di tutela sociale degli anziani, non saranno possibili significativi sviluppi nella integrazione e partecipazione delle persone anziane nella società”.
“L’inadeguatezza delle risorse – osserva l’Auser – si riflette in maniera pesante anche nel contributo del Terzo settore in percorsi di co-programmazione e co-progettazione. Non essere consapevoli di questo limite comporta il rischio di fallire l’obiettivo dello sviluppo della rete dei servizi territoriali (sociali, sociosanitari e per il lavoro) per la presa in carico integrata delle situazioni di fragilità e povertà e, quindi, di poter agire rapidamente con interventi personalizzati rivolti alle persone anziane e/o alle famiglie in particolare che vivono nelle aree svantaggiate: centri montani, aree interne e periferie. Si deve però aggiungere che le conseguenze causate dal venir meno dei più elementari servizi civili di prossimità (scuole, poste, farmacie, edicole, negozi, ecc.) non possono essere recuperate dai soli servizi di integrazione sociale. Occorre, così come in qualche misura prevede il Pnrr, una rinnovata attenzione alle complessive condizioni di vita dei residenti in aree svantaggiate”.

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