Shoah: Bruck ai giovani ad Assisi, “non capisco come si possa, ancora oggi, uccidere in nome di Dio. Testimoniare per me è una missione”

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“Avevo 13 anni e venivo da una famiglia poverissima, con decine di famiglie ebraiche, tutte abbastanza povere. Quella degli ebrei ricchi era una favola, e faceva parte della disinformazione generale. Eravamo alla mercé di chi ci aggrediva e ci sputava. Mio padre nel ’42 è stato mandato a casa dal lavoro, non servivano più gli ebrei”. Lo ha raccontato, oggi, ai giovani incontrati ad Assisi Edith Bruck, la scrittrice ungherese, naturalizzata italiana e sopravvissuta, a sei campi di concentramento. Bruck è stata protagonista di un doppio appuntamento ad Assisi per la Giornata europea dei Giusti che si celebra il 6 marzo. Sulla vita nei campi ha spiegato come l’amicizia fosse impensabile: “Erano tempi in cui arrivavi a pensare di rubare l’ombra di pane dalle mani di tua sorella. Era un miracolo sopravvivere, ogni giorno portavano via le persone: Auschwitz non era un campo di lavoro, ma di sterminio. E poi ci hanno portato a Dachau, un altro campo di concentramento dove hanno portato anche omosessuali e handicappati, anche figli dei tedeschi, e diversi sacerdoti”. La sua esperienza di testimonianza l’ha portata in tutta Italia: “Io – ha detto rispondendo alle domande dei ragazzi – volevo parlare subito di questa terribile tragedia, anche con i parenti, ma nessuno voleva ascoltare. E per questo ho scelto di scrivere perché anche se l’orecchio umano non vuole sentire, la carta sopporta tutto. Come si può raccontare tutto questo senza odio? Ringrazio Dio di non conoscere il sentimento dell’odio, infatti non capisco chi oggi definisce gli immigrati ‘zecche di cane’, che dovrebbero affogare. Non capisco come si possa, ancora oggi, uccidere in nome di Dio: è una cosa mostruosa. Testimoniare per me è una missione, è una cosa faticosissima, ma quando vedo i ragazzi come voi che ascoltano mi ripaga di tutta la fatica”. L’incontro con i ragazzi si è concluso con la consegna a Bruck di un cartellone con disegnati i suoi cinque punti luce e un diario bianco dove poter continuare a scrivere questa importante testimonianza.
Nel pomeriggio, nella sala della Conciliazione del palazzo comunale, Edith Bruck è stata accolta dal sindaco, Stefania Proietti, come cittadina onoraria di Assisi: il 17 giugno scorso insieme agli altri sopravvissuti italiani alla Shoah, la scrittrice è stata insignita della cittadinanza onoraria di Assisi. Presenti le altre autorità civili e militari.

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