Papa Francesco: introduce in Vaticano il contratto di lavoro “a chiamata”

In Vaticano arriva il contratto di lavoro “a chiamata”. Ad introdurlo è il Papa, con un rescritto firmato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in cui sui dispone che “per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, per esigenze tecniche, organizzative o sostitutive ovvero qualora in particolari periodi sorga la necessità di prestazioni non predeterminabili, le autorità preposte ai singoli organismi possono stipulare contratti a tempo determinato denominati ‘a chiamata’, purché entro i limiti del proprio bilancio”. I contratti a chiamata, si legge nel rescritto, “possono essere ammessi per un periodo complessivamente non superiore a seicentosessantacinque giornate di effettivo lavoro nell’arco di cinque anni solari”. “Il personale assunto con contratto a chiamata è iscritto, ai fini pensionistici, in un’apposita gestione separata istituita presso il Fondo Pensioni ed ha diritto ad una copertura sanitaria minima presso il Fondo Assistenza Sanitaria, limitatamente ai periodi di effettivo servizio”, si legge nel testo: “Al personale assunto con contratto a chiamata spetta la concessione degli assegni al nucleo familiare, in proporzione, con esclusione di ogni altra provvidenza sociale disposta a favore del personale di ruolo”. Il lavoratore, inoltre, “sarà titolare dei diritti riconosciuti ai lavoratori dipendenti e maturerà il diritto al trattamento economico e normativo esclusivamente nei periodi di effettivo servizio”. “Il rifiuto ingiustificato di rispondere alla chiamata può costituire motivo di licenziamento”, stabilisce il rescritto.  I contratti “a chiamata”, in vigore da oggi, “non danno titolo alla immissione in ruolo ed il rapporto di lavoro cessa allo scadere del termine”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo