Migrazioni: Commissione Ue, necessario unire le forze su scala europea. Schinas, “progressi troppo lenti”. Tra le urgenze Afghanistan e Bielorussia

“Unire le forze per trovare soluzioni e risposte”: è il leit motiv che accompagna – a un anno dall’adozione della proposta, da parte della Commissione europea, per un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo – l’odierna relazione sulla migrazione e l’asilo. La Commissione rende noto inoltre di essere impegnata ad adottare un piano d’azione rinnovato dell’Ue contro il traffico di migranti e una comunicazione sull’applicazione della direttiva dell’Unione sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro. Le iniziative sviluppate nell’ambito dell’approccio globale alla migrazione del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo “mirano a prevenire lo sfruttamento organizzato dei migranti e a ridurre la migrazione irregolare, coerentemente con l’obiettivo del nuovo patto che mira a promuovere una gestione sostenibile e ordinata della migrazione”. Tali iniziative “affronteranno sia le sfide che ancora persistono nello smantellamento dei gruppi della criminalità organizzata sia la necessità di adattarsi alle nuove sfide, compreso il traffico di migranti avallato dallo Stato, in risposta alla situazione alle frontiere esterne dell’Ue con la Bielorussia”. Il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas afferma: “La scorsa settimana è trascorso un anno da quando abbiamo presentato le nostre proposte per un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. Se da un lato i progressi a livello di adozione sono stati oltremodo lenti, dall’altro continuano a emergere sfide migratorie di natura nuova e meno nuova”. Tutti questi sviluppi, denuncia il commissario greco, “dalla continua pressione nel Mediterraneo centrale al deterioramento della situazione in Afghanistan e alle nuove pressioni sulle nostre frontiere orientali, dimostrano l’assoluta necessità di un quadro europeo sostenibile in materia di asilo e migrazione”. Aggiunge: “Le proposte del patto, se adottate, potrebbero migliorare notevolmente la capacità degli Stati membri di affrontare una vasta gamma di problematiche attualmente presenti. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato negli ultimi anni è che in tali situazioni agire individualmente non è un’opzione praticabile. È giunto il momento di unire le forze per trovare soluzioni”.

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