Cile: vescovi, “profondo rammarico” dopo voto per depenalizzazione aborto da parte della Camera. “Valori essenziali in gioco”

Dopo il voto di approvazione, alla Camera dei deputati del Cile, avvenuto ieri, del disegno di legge che depenalizza l’aborto fino a 14 settimane di gestazione, i vescovi cileni intervengono con una nota del Comitato permanente della Conferenza episcopale (Cech), presieduto dal card. Celestino Aós (arcivescovo di Santiago), nella quale si rammaricano “profondamente di questa decisione”, ribadendo, davanti all’opinione pubblica, “i valori essenziali che sono in gioco in questa materia”.
Si legge nel comunicato: “Il valore della vita e la dignità della persona umana sono fondamento essenziale e inalienabile della vita nella società”. I vescovi, dopo aver citato le recenti prese di posizione di Papa Francesco in materia, aggiungono che “il primo dei diritti umani è il diritto alla vita, che deve essere rispettato dal concepimento alla morte naturale. Per questo motivo, non uccidere deliberatamente e direttamente gli innocenti è un assoluto morale il cui riconoscimento e la cui protezione sono essenziali per la vita in comunità”.
La stessa scienza biologica, si fa notare, “conferma che dal momento della fecondazione inizia una nuova vita umana, diversa da quella del padre e della madre, che in un processo continuo, graduale e autonomo, si svilupperà nel tempo. Riparato e dipendente dalla madre, non è però parte del suo corpo, ma un altro essere, quindi la sua individualità va rispettata”.
Perciò, “il rispetto incondizionato della vita umana” deve guidare ogni considerazione etica, legislativa, umana e sanitaria di fronte alla realtà di una gravidanza indesiderata: “È evidente che ci sono situazioni umane complesse, talvolta drammatiche, che possono scaturire da una gravidanza. Ma niente di tutto questo si risolve con l’eliminazione deliberata di un essere umano indifeso e innocente”, il monito dei vescovi cileni, che proseguono: “Sappiamo che la legislazione pro-aborto parte spesso come un’eccezione”, ma l’esperienza dice che finisce per affermare un “diritto all’aborto” e il primato dei “diritti sessuali e riproduttivi delle donne”, mentre “sono completamente ignorati l’esistenza e i diritti di un altro essere umano”. Ricordando ai politici cattolici il costante insegnamento della Chiesa in tema di aborto, i vescovi concludono il loro messaggio pregando perché il Signore “illumini la coscienza e il cuore di coloro che devono prendere decisioni in favore del bene comune, perché difendano sempre i più deboli”.

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