Svizzera: Giustizia e Pace, bene tassare maggiormente l’1% ricco della popolazione ma l’iniziativa referendaria del 26 settembre “lascia aperte molte questioni”

La Commissione nazionale svizzera Giustizia e Pace condivide gli obiettivi contenuti nella proposta di modifica costituzionale comunemente chiamata “iniziativa 99%” ma, in una nota, esprime il rammarico che la richiesta “non sia inserita nel contesto molto urgente di una trasformazione sociale ed ecologica della nostra economia”. I cittadini svizzeri saranno chiamati il prossimo 26 settembre a votare l’iniziativa “Sgravare i salari, tassare equamente il capitale”, più nota come “iniziativa 99%”. L’obiettivo del testo, sottolineano i suoi promotori, è quello di tassare maggiormente quell’uno per cento più ricco della popolazione, che beneficia di elevati redditi da capitale non legati al lavoro (ossia quelli riconducibili a interessi, azioni, titoli, dividendi, locazioni, ecc.), a fronte del 99% che vive invece solo del proprio salario. Il maggior gettito legato a questa imposizione più incisiva consentirebbe quindi di rafforzare le prestazioni sociali erogate dallo Stato e di mitigare la pressione fiscale sui redditi medio-bassi. “In Svizzera – spiega la Commissione Giustizia e Pace – l’1% dei ricchi possiede circa il 43% della ricchezza totale. Nella maggior parte dei casi, questi capitali elevati provengono da un’eredità e non dal proprio lavoro. Le differenze patrimoniali in Svizzera sono straordinariamente elevate rispetto a tanti Paesi europei vicini. Da questa disomogeneità derivano vantaggi politici, sociali ed economici per pochi, che possono influire negativamente anche sulle decisioni politico-sociali. L’iniziativa 99% intende contribuire a trovare una soluzione a questa situazione”. “Tuttavia – aggiunge Giustizia e Pace -, da un’analisi più approfondita si evince che il progetto lascia aperte molte questioni” e “non solleva la questione della ripartizione in un più ampio contesto di politica sociale ed economica”. In particolare, la Commissione episcopale sottolinea le questioni relative a uno sgravio fiscale sul reddito da lavoro a svantaggio del consumo delle risorse (riforma fiscale socio-ecologica) e di una riforma del diritto in materia di successione orientata più al principio delle prestazioni e meno a quello della discendenza.

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