Sanità: Fnopi, in Italia mancano 63mila infermieri. A rischio assistenza e applicazione Pnrr

In Italia mancano 63mila infermieri. È la denuncia della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) che avverte: “Senza una soluzione alla carenza di organico chi rischia di più è l’assistenza, ma anche l’applicazione del Pnrr che punta tutto sull’assistenza territoriale”. Le maggiori carenze si registrano al nord (27mila), seguito da sud e isole (23.500) e centro (13mila, e questo malgrado la laura in Scienze infermieristiche nel 2020 ha visto aumentare le domande di quasi l’8% contro una diminuzione delle altre lauree sanitarie. A livello regionale il maggior fabbisogno di infermieri si ha in Lombardia (9368), Lazio (6992) e Campania (6299), eppure nel nostro Paese il rapporto infermieri-abitanti è di 5,5-5,6 infermieri ogni mille abitanti, uno dei più bassi d’Europa secondo l’Ocse, e il rapporto infermieri-medici, che dovrebbe essere secondo standard internazionali  1:3 è, sempre secondo l’Ocse, inferiore di 1:1,5.
La Fnopi propone delle soluzioni, a breve, medio e lungo termine. Nell’immediato, “deve esserci il superamento del vincolo di esclusività che oggi lega l’infermiere nel rapporto di lavoro con il servizio sanitario pubblico, e la possibilità di esercizio libero professionale nelle strutture sociosanitarie territoriali”. Poi “possono essere previsti progetti delle aziende sanitarie per supportare l’assistenza infermieristica nelle strutture residenziali territoriali, con attività svolta al di fuori dell’orario di servizio e remunerata a parte”. Altra norma da rivedere, secondo la Fnopi, è quella di “percorsi di incentivazione per ‘distacchi’ o ‘comandi’ dall’azienda sanitaria ospedaliera verso le strutture sociosanitarie territoriali, favorendo il riavvicinamento territoriale del dipendente alla sua residenza”. A medio termine “si dovrebbe valorizzare la professione infermieristica nelle strutture socio sanitarie territoriali e valorizzare le competenze economicamente e sotto l’aspetto della responsabilità e dell’autonomia, mentre a lungo termine si dovrebbe” favore il rientro degli infermieri italiani emigrati all’estero con incentivi contrattuali ed economici”.

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