El Salvador: vescovi, metodo “non valido” in proposta rielezione presidente Repubblica, il popolo anela a “Stato di diritto”

“Il popolo salvadoregno – come tanti altri popoli – anela a vivere in uno Stato di diritto e piena giustizia”. Così si esprime la Conferenza episcopale dell’El Salvador (Cedes) in un comunicato dedicato alla situazione del Paese e ai suoi risvolti di tipo politico e istituzionale. Ai frequenti conflitti tra organi dello Stato, si è aggiunta di recente la risoluzione della Camera costituzionale della Corte suprema, che lascia aperta la possibilità di un’immediata rielezione per il presidente della Repubblica Nayib Bukele, mentre invece la Costituzione esclude con chiarezza un secondo mandato. Nell’occasione, il card. Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare di San Salvador, aveva parlato di democrazia “in gravissima crisi”, “in terapia intensiva”, “quasi alla tappa finale”. Dichiarazioni che hanno avuto una forte eco, mentre il porporato è stato fatto oggetto di attacchi. Ora sono tutti i vescovi a condannare tentativi unilaterali di invadere le competenze del potere giudiziario e di piegare la Costituzione alla rielezione del presidente, attraverso un metodo ritenuto “non valido”.
Nel messaggio i vescovi denunciano ulteriori pratiche che da tempo feriscono la democrazia del Paese: “Giustizia e diritti negati per anni, a causa dell’esercizio di pratiche illegittime e inappropriate come corruzione, impunità, nepotismo, complicità, compravendita di testamenti, menzogne, diffamazione, calunnia”.
Ricordano anche che “pratiche come queste, contrarie alla legge, hanno causato migliaia di vittime tra il popolo salvadoregno, compresi fratelli e sorelle umili, sacerdoti e religiosi come il nostro santo, mons. Oscar Arnulfo Romero, e i nostri martiri, padre Rutilio Grande, fratel Cosma Spessotto, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus, per i cui omicidi non è mai stata fatta giustizia”.
Per questo la Cedes lancia un appello: “L’El Salvador ha urgente bisogno di un cambiamento di strutture, ma quel cambiamento sarà possibile solo se sarà portato avanti da uomini e donne con il cuore nuovo”.
Nel messaggio si parla anche del progetto di riforma costituzionale in cui si sta valutando la legalizzazione dell’aborto, cosa che “non può essere “, così come la definizione di “morte dignitosa”, che attraverso un linguaggio equivoco aprirebbe le porte alla legalizzazione dell’eutanasia. “L’omicidio non sarà mai legale”, sottolineano i vescovi, che rimarcano al tempo stesso il valore della famiglia e della vita”. Infine, la nota chiede che non sia obbligatorio l’uso della moneta virtuale Bitcoin, così come previsto da una legge voluta dall’eccentrico Bukele.

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