Papa in Slovaccchia: ai rom, “non si possono schematizzare le persone”, no a “stereotipi e pregiudizi”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La concretezza del vivere insieme può far crollare tanti stereotipi che altrimenti sembrano insuperabili”. Ne è convinto il Papa, che nel suo discorso alla comunità rom di Kosice, la più numerosa della Slovacchia, ha fatto eco alle testimonianze ascoltate poco prima, all’inizio dell’incontro al Lunik IX, il Centro gestito dai Salesiani. “Non è facile andare oltre i pregiudizi, anche tra i cristiani”, ha ammesso Francesco: “Non è semplice apprezzare gli altri, spesso si vedono in essi degli ostacoli o degli avversari e si esprimono giudizi senza conoscere i loro volti e le loro storie”. Gesù, tuttavia, nel Vangelo è preciso e netto: “Non giudicate”. “Il Vangelo non va addolcito, non va annacquato”, il monito del Papa: “Non giudicate, ci dice Cristo. Quante volte, invece, non solo parliamo senza elementi o per sentito dire, ma ci riteniamo nel giusto quando siamo giudici rigorosi degli altri. Indulgenti con noi stessi, inflessibili con gli altri. Quante volte i giudizi sono in realtà pregiudizi, quante volte aggettiviamo! È sfigurare con le parole la bellezza dei figli di Dio, che sono nostri fratelli”. “Non si può ridurre la realtà dell’altro ai propri modelli preconfezionati, non si possono schematizzare le persone”, l’imperativo di Francesco: “Anzitutto, per conoscerle veramente, bisogna riconoscerle: riconoscere che ciascuno porta in sé la bellezza insopprimibile di figlio di Dio, in cui il Creatore si rispecchia”.

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