G20 Interfaith Forum: rav. Di Segni (rabbino capo di Roma), “le religioni devono avere un ruolo critico e profetico per rendere migliore il mondo”

“Le religioni devono avere prima di tutto un ruolo critico, nel senso che devono partecipare al dibattito culturale e politico, dire quando le cose non vanno bene e quali diritti vanno difesi, promuovere la cultura della vita, in opposizione della morte. Ma oltre al ruolo della critica è necessaria una funzione profetica che dobbiamo riscoprire: dobbiamo avere qualcosa da dire al mondo per renderlo migliore”. Lo ha detto il rav. Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, intervenendo questo pomeriggio a Bologna alla cerimonia di chiusura del G20 Interfaith Forum. Per tre giorni 370 leader religiosi, politici, parlamentari, scienziati e personaggi della cultura, provenienti da 70 Paesi si sono confrontati sui grandi temi della politica internazionale, del dialogo interreligioso e interculturale, delle sfide senza precedenti che il mondo oggi sta affrontando. A concludere nel Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo le giornate bolognesi saranno il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e Mario Draghi, presidente del Consiglio dei ministri e presidente del G20 2021. Facendo riferimento al titolo dell’evento, il rav. Di Segni ha affermato: “Noi abbiamo il diritto e il dovere di curare. La guarigione, che si tratti di una guarigione da una malattia o da mali di altro tipo – e ce ne sono tanti – è qualcosa cosa che spetta a noi. Ma se è nostra responsabilità curare e cercare di guarire, dobbiamo essere anche consapevoli che l’unico vero guaritore è Dio e senza Dio non c’è guarigione e che questa guarigione Dio la elargisce anche a chi non se la merita. Di qui un richiamo alla nostra responsabilità ma anche a non a montarci la testa perché il vero guaritore, che non può fare a meno delle nostre azioni, è il Signore”.

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