Demenza: il Covid-19 può accelerarne i sintomi. Federazione Alzheimer aderisce all’appello internazionale a finanziare la ricerca

Con settembre prende il via in tutto il mondo il X Mese mondiale Alzheimer che quest’anno ha come focus l’invito ad approfondire la conoscenza della demenza, con la campagna #KnowDementia #KnowAlzheimers: alla luce anche delle nuove ricerche diventano infatti ancora più essenziali la diagnosi precoce e la corretta informazione su quali possono essere i segnali premonitori e i sintomi della malattia. In occasione del  Mese mondiale, la Federazione Alzheimer Italia aderisce all’appello che il suo partner internazionale Alzheimer’s Disease International (Adi) lancia a governi e istituti di ricerca perché venga data priorità assoluta al finanziamento della ricerca sul legame tra Covid-19 e demenza. Secondo una recente indagine presentata all’edizione 2021 dell’Alzheimer Association International Conference, l’impatto neurologico dell’infezione da Covid-19 sul cervello può infatti aumentare la probabilità che una persona sviluppi una forma di demenza, ma anche accelerare i sintomi e peggiorare le condizioni della malattia.
Gli esperti ritengono necessario approfondire questi studi per prepararsi ad affrontare la crescita esponenziale dei casi di demenza nel mondo: attualmente si parla di 55 milioni di persone, ma si stima che il numero sia destinato ad aumentare a 78 entro il 2030 fino a 139 milioni entro il 2050, secondo dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità.
“Condividiamo l’appello di Adi affinché le Istituzioni investano risorse su questa ricerca ma anche sull’assistenza, perché le persone con demenza e le loro famiglie non possono essere lasciate sole. È solo unendo le forze che possono raggiungere risultati importanti”, il commento di Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia.

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