Vaccini: appello leader religiosi, “equa distribuzione è un imperativo umanitario”. Firmano anche Turkson (Santa Sede), al-Tayeb (Al Azhar) e arcivescovo di Canterbury

foto SIR/Marco Calvarese

“Un’equa distribuzione dei vaccini è un imperativo umanitario. C’è una scelta. Il mondo dei prossimi 10 anni può essere più giusto, con più abbondanza e più dignità. Oppure, può essere un mondo di conflitti, insicurezza e povertà”. Comincia così l’appello che leader religiosi e rappresentanti di Agenzie delle Nazioni Unite, nonché di organismi umanitari internazionali, hanno presentato ieri in occasione dell’apertura a Ginevra dell’Assemblea mondiale della sanità. Tra i firmatari  spiccano i nomi dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, primate della Comunione Anglicana; dello sceicco Ahmed al-Tayeb, grande imam di al-Azhar; del card. Peter Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, e del rabbino David Rosen, co-presidente di Religions for Peace. Ci sono anche Peter Maurer, presidente del Comitato della Croce Rossa internazionale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms; Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nell’appello i firmatari si dicono preoccupati dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’umanità, allargando le situazioni delle ingiustizie, le disuguaglianze tra Paesi ricchi e Paesi poveri, le sacche di miseria e instabilità. “Gli effetti si faranno sentire su scala globale negli anni a venire” e “nessun Paese nel mondo ne è stato risparmiato”. Da qui la richiesta di garantire sia un accesso universale ai vaccini sia un’assistenza sanitaria qualificata e adeguata. “Dobbiamo costruire un mondo – scrivono i firmatari – in cui ogni comunità, indipendentemente da dove vive o da chi sia, ha accesso alle vaccinazioni: non solo per il Covid-19, ma anche per le tante altre malattie che continuano a fare del male e uccidere. Come ci ha dimostrato la pandemia, nel nostro mondo interdipendente nessuno è al sicuro finché tutti non saranno al sicuro. Dobbiamo scegliere tra nazionalismo vaccinale o solidarietà umana”. L’appello chiede ai partecipanti all’Assemblea mondiale della sanità di garantire a tutti i Paesi l’accesso ai vaccini condividendo conoscenza e competenza e assicurare all’interno dei singoli Paesi che tutti i settori della popolazione siano inclusi nei programmi nazionali di distribuzione dei vaccini, in particolare le fasce più emarginate. “È il momento di dare prova di una leadership decisiva. I Paesi e le organizzazioni in tutto il mondo hanno un’opportunità unica per affrontare la disuguaglianza globale e invertire le tendenze dell’anno passato. In tal modo porteranno dare speranza non solo ai più poveri del mondo, ma a tutti noi”.

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