Assemblea Cei: card. Bassetti, “finalmente siamo riuniti tutti insieme”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Finalmente!”. È cominciata con questo avverbio l’introduzione del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, alla 74ª Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso all’Hotel Ergife di Roma. “Finalmente non esprime distrazione o evasione dalla realtà, ma è immersione profonda nelle piaghe delle nostre comunità”, ha spiegato il cardinale: “Quanta solitudine, quanta tristezza, quanti lutti… Pensiamo, in particolare, alla tragedia di Stresa-Mottarone, rinnovando la nostra preghiera di suffragio per le quattordici vittime e per i loro familiari; un pensiero affettuoso al piccolo sopravvissuto”. “La nostra presenza qui, in questi giorni, vuole essere una carezza di conforto per chi soffre o piange la perdita di un caro; vuole anche essere una carezza di fiduciosa speranza, nella certezza che la morte non è mai l’ultima parola”, ha proseguito Bassetti: “Finalmente siamo riuniti tutti insieme, potendo così vivere e rafforzare i vincoli della comunione e condividere la sollecitudine pastorale per le nostre Chiese, per il nostro amato Paese, per le donne e gli uomini che abitano questo tempo così difficile. Invochiamo su di noi e sui lavori che ci attendono la luce e la grazia dello Spirito Santo”. A fare da guida a questi giorni, secondo il presidente della Cei, deve essere il brano  del secondo capitolo degli Atti (At 2, 1.-11). “A partire da un dato di fatto”, ha spiegato: “I discepoli su cui scende lo Spirito il giorno della festa di Pentecoste sono gli stessi apostoli e discepoli che avevano seguito Gesù nei tre anni della sua predicazione. È una comunità, dunque, che ha una sua piccola storia di fede da raccontare. Nonostante le fatiche, i rallentamenti, le fughe in avanti e le cadute, c’è un cammino percorso con Gesù e che può essere raccontato. Così anche la Chiesa che è in Italia può raccontare la storia del suo cammino di fede, che parla della fedeltà al Magistero del Papa e si sviluppa, in particolare, dopo il Concilio Vaticano II, con alcune tappe significative, che non vanno dimenticate”.

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