Bielorussia: Lukashenko, nuova legge sui mass media. Divieti e censure agli organi di informazione. Controllo governativo sugli eventi di massa

(www.president.gov.by)

Mentre i leader europei discutevano delle misure per rispondere al dirottamento aereo Ryanair e all’arresto del giornalista Raman Pratasevich e della fidanzata Sofia Sapega, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko firmava una modifica della legislazione sui mass media e una sugli eventi di massa. A riferirlo è una nota sul sito dello stesso presidente. La nuova legge sui media “amplia l’elenco delle informazioni, la cui diffusione da parte dei media e delle risorse Internet è vietata”, in particolare risultati dei sondaggi di opinione pubblica relativi alla situazione socio-politica condotti senza il necessario accreditamento, collegamenti ipertestuali a materiali contenenti “informazioni vietate”. Al procuratore generale, ai pubblici ministeri delle regioni, alla città di Minsk è attribuito il “diritto di limitare l’accesso alle risorse Internet e ai media online che diffondono le informazioni per promuovere attività estremiste”. A limitare l’accesso alle risorse Internet e bloccare i media, basterà la valutazione della Commissione sulla sicurezza dell’informazione rispetto al possibile “danno agli interessi nazionali”. La legge prevede inoltre “misure volte a ridurre al minimo l’influenza straniera sul mercato dell’informazione bielorusso”: non ci potrà essere organo di stampa – indipendentemente dalla data di fondazione – creato da persone giuridiche straniere, cittadini stranieri e apolidi o persone giuridiche con partecipazione straniera.
Per legge si potrà revocare l’accreditamento di un giornalista in diversi casi, in particolare “se le informazioni diffuse non sono vere e diffamano la reputazione aziendale dell’organizzazione che ha accreditato il giornalista”, o “se viene commesso un atto illecito intenzionale nel corso di attività professionale”. Quanto agli eventi di massa, “dovranno essere autorizzati dalle autorità municipali”. Non si potranno raccogliere fondi, ricevere e utilizzare denaro e altri beni per compensare il costo causato dall’azione penale per aver violato la procedura stabilita per l’organizzazione di eventi di massa. Né si potranno raccontare gli eventi non autorizzati, nemmeno dai giornalisti che non potranno organizzare o partecipare a eventi di massa nel corso del loro lavoro. “I partiti politici e le associazioni pubbliche saranno ritenuti responsabili se i loro leader e membri degli organi di governo faranno appelli pubblici per un evento di massa prima che venga concessa l’autorizzazione ad organizzarlo”. Queste leggi entreranno in vigore tra un mese.

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