Povertà: Caritas Sicilia, 200 tirocini in 127 aziende negli ultimi due anni. Aiuti a 12mila famiglie

In Sicilia sono aumentate le povertà materiali ed emergono anche altri preoccupanti disagi, quali la crescita della dispersione scolastica aggravata dalla difficoltà dei ragazzi a seguire le lezioni in Dad prima e dal gestire il ritorno a scuola in presenza adesso, o le difficoltà relazionali, come la paura di un abbraccio, le solitudini e le chiusure in sé stessi. Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso del convegno regionale organizzato dall’Ufficio per la Carità della Conferenza episcopale siciliana a Siracusa, nei giorni scorsi, e raccolti in una nota diffusa oggi.
Le Caritas di Sicilia si sono ritrovate per riflettere – insieme anche al direttore di Caritas italiana, don Marco Pagniello – sulla consegna che Papa Francesco ha affidato loro in occasione del 50° di Caritas: percorrere la via degli ultimi, del Vangelo e della creatività. L’incontro è stato occasione per guardare al cammino fatto, in questi ultimi anni e sino ad oggi, e per ripensare i servizi Caritas offerti sul territorio.
Per Giuseppe Paruzzo, delegato Caritas di Caltanissetta e direttore dell’Ufficio regionale per la Carità, “non sono solo i poveri che già conosciamo a rivolgersi ai nostri centri di ascolto, ma anche famiglie che prima del lockdown avevano una stabilità economica, venuta meno a causa delle restrizioni che hanno impedito il poter lavorare o cercare un impiego”. “Tale difficoltà ha riguardato non solo chi lavorava a giornata o in nero, ma anche lavoratori dipendenti e autonomi. Per questo motivo – aggiunge Paruzzo – tante diocesi, anche attraverso il Progetto Policoro, si sono impegnate con progetti in questo ambito perché anche la mancanza o la perdita del lavoro è una forma grave di povertà”.
Tra i dati delle Caritas di Sicilia risultano circa 200 tirocini attivati negli ultimi due anni, con 127 realtà aziendali coinvolte. Sono, poi, 1.300 i giovani che hanno proposto le loro idee imprenditoriali per far crescere la terra di Sicilia. Per loro sono stati promossi momenti di formazione e avviati, tra le altre cose, anche percorsi di creazione di impresa. In pieno lockdown le Caritas di Sicilia hanno avuto la forza ed il coraggio di trovare nuove soluzioni per garantire ogni giorno circa 2.500 pasti o permettere a quasi 12.000 famiglie di accedere a beni primari (spesa, vestiti, prodotti igiene, materiale scolastico, ed altro). Per mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, “la crisi sanitaria causata dal Covid e quella umanitaria scaturita dalla guerra ci hanno fatto sperimentare la fragilità dei nostri sistemi, non solo quello sanitario”. “L’8×mille alla Chiesa Cattolica ha supportato e sostiene tuttora coloro che vivono in condizioni di difficoltà e disagio”.

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