Grecia: organizzazioni umanitarie, “standard diversi e discriminazioni tra chi fugge da Ucraina e gli altri rifugiati”

Il governo greco sta mettendo in campo una risposta con standard differenziati per i rifugiati: uno per gli ucraini e uno per tutti gli altri. È quanto emerge da nuova ricerca condotta dal Consiglio greco per i rifugiati, con il supporto di Save the Children e Oxfam. Negli ultimi due mesi, i rifugiati ucraini fuggiti in Grecia – circa 21.028 persone dall’inizio del conflitto al 19 aprile, di cui quasi un quarto (5.975) sono bambini – hanno goduto di un rapido accesso alla protezione umanitaria, all’assistenza sanitaria e al mercato del lavoro. Il governo greco ha inoltre dichiarato che provvederà a fornire loro un alloggio e i mezzi di sostentamento. Nello stesso periodo, però, “si sono verificati molteplici casi di violenti respingimenti di richiedenti asilo provenienti da altri Paesi, tra cui anche bambini e donne incinte, trattenuti e trasferiti in barca su un isolotto, al confine. I richiedenti asilo hanno riferito che a metà marzo un bambino siriano di 4 anni è inoltre tragicamente annegato dopo essere caduto da una barca durante una di queste operazioni”. Il governo greco ha inoltre istituito un processo di registrazione online semplificato per gli ucraini in cerca di protezione. Al contrario, “la registrazione delle domande di asilo nella Grecia continentale è quasi completamente disfunzionale e inaccessibile per i migranti di altre nazionalità e per gli ucraini che sono arrivati in Grecia prima del 26 novembre”. Il rapporto descrive altri casi di “discriminazione e trattamento differenziato” tra gli ucraini, definiti dai funzionari governativi “veri rifugiati” e altri richiedenti asilo etichettati come “immigrati clandestini”. Rifugiati afghani nei campi a Serres Camp, nel nord della Grecia, sono stati costretti a lasciare i container nei quali alloggiavano e a trasferirsi in una parte fatiscente del campo per fare spazio ai nuovi arrivati ucraini. “Stiamo assistendo ad una nuova tendenza nei continui respingimenti nella regione di Evros: quella di abbandonare le persone sulle isole senza cibo né acqua prima di respingerle. Solo nell’ultimo mese si sono verificati sei casi del genere”, afferma Stephanie Pope, esperta Oxfam di migrazioni dell’Ue: “L’Ue, invece, continua a chiudere un occhio sul coinvolgimento di Frontex nelle violazioni dei diritti umani ai confini greci”. “L’accoglienza positiva delle persone in fuga dall’Ucraina – aggiunge Daniel Gorevan, senior advocacy advisor di Save the children – ha creato una risposta differenziata in base alla provenienza dei rifugiati: i bambini provenienti da altri Paesi affrontano respingimenti violenti, servizi limitati o assenti e sono stigmatizzati come ‘clandestini’ dal governo greco”. Le organizzazioni umanitarie chiedono un intervento urgente da parte dell’Ue e della Grecia “per affrontare il divario tra il modo in cui vengono trattati coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina e coloro che fuggono da altre situazioni critiche”.

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