Ucraina: mons. Moraglia (Venezia), “un dolore che non ha parole. La preghiera è l’unica arma che fa tacere le armi“

Ieri pomeriggio, presso la basilica della Madonna della Salute a Venezia, si è svolta la preghiera per la pace in Ucraina, presieduta dal patriarca Francesco Moraglia. Insieme ai fedeli greco-cattolici ucraini, accompagnati dal loro cappellano padre Yaroslav Chaykivskyy, i fedeli del patriarcato hanno pregato il Rosario. Le decine dell’Ave Maria che compongono la corona sono state pregate alternando italiano ed ucraino. Nel corso della celebrazione sono stati meditati alcuni brani del magistero dei recenti Pontefici, in particolar modo Papa Francesco. L’appuntamento di preghiera è stato preceduto dalla celebrazione della Divina Liturgia.
Dopo il canto dell’antifona Salve Regina, il patriarca ha tenuto un intervento nel quale ha sottolineato: “Condividiamo oggi un dolore che non ha parole e non può essere definito. Le immagini tristi che abbiamo visto dicono più delle parole, che in questa circostanze vanno misurate perché rischiano di essere retoriche. La guerra, attraverso la sofferenza di chi la vive, là dove la si combatte e qui dove si combatte in altro modo. Il dolore per i morti… Neanche i bambini non sono stati risparmiati. Per il cristiano questo è il tempo della preghiera. Non è qualcosa di consolatorio, ma l’unica arma che fa tacere le armi e riesce a spuntare le armi degli uomini. Non possiamo accettare che la violenza diventi un modo per costruire la storia. Preghiamo perché Dio Padre tocchi il cuore di tutti”.
Don Francesco Marchesi, delegato per il dialogo ecumenico e interreligioso, al termine della celebrazione ha annunciato che mercoledì 2 marzo vi sarà un appuntamento ulteriore di preghiera insieme ai cristiani di tutte le confessioni presenti a Venezia, presso la Basilica cattedrale di San Marco, insieme al patriarca . L’evento si svolgerà alle 20.45 e sarà organizzato dal Consiglio locale delle Chiese cristiane di Venezia.

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