Paraguay: vescovi in vista della campagna elettorale, “perseguire giustizia e pace, senza lasciare indietro nessuno”

(Foto: Cep)

Accesso e qualità dell’istruzione; accesso alla terra; politica ed elezioni nazionali. Sono alcuni dei temi, rispetto all’attualità nazionale, trattati dai vescovi del Paraguay, nel messaggio diffuso ieri, al termine della propria Assemblea plenaria. Uno sguardo alla realtà che richiede “capacità di ascolto e discernimento”, che vengono particolarmente dal cammino sinodale che la Chiesa vive in comunione con tutto il mondo ed è visto come “un’immensa grazia di Dio”.
La Conferenza episcopale paraguagia segnala “l’importanza e l’urgenza di un’educazione accessibile e di qualità”, denunciando lo stato critico del sistema educativo nel Paese. I vescovi, chiedono, perciò, di suscitare un consenso per “un patto educativo nazionale e una formazione globale”, obiettivo che il Piano nazionale per la trasformazione educativa non ha raggiunto. A tal fine, è stato programmato per il prossimo 7 novembre un pre-congresso volto a “iniziare un’analisi e fare proposte sull’educazione in Paraguay”.
Il problema della terra, in relazione ai popoli indigeni e agli insediamenti dei campesinos, indigna i vescovi, poiché “la grandissima parte della possibilità di sognare e sviluppare una vita dignitosa su terreni legalmente garantiti” viene spogliata. In particolare, essi denunciano i recenti sgomberi effettuati con violenza dalle autorità statali, senza il rispetto per i diritti dei popoli indigeni.
In relazione alle elezioni politiche del prossimo aprile, il messaggio fa appello a una cultura del bene comune, a un dibattito sano e costruttivo. Per questo, sulla base del processo sinodale, i vescovi affermano l’importanza del dialogo sociale, di “guardare agli obiettivi della giustizia e della pace, camminando insieme, senza lasciare indietro nessuno”. L’invito, in prospettiva, è quello di “eleggere persone oneste che servono la comunità e il Paese, non lasciandosi ammaliare da false promesse”.
I laici cattolici sono chiamati a essere “fermento di cambiamento e di trasformazione nella Chiesa e nella società” e, insieme, ad “essere militanti appassionati nella promozione e difesa della giustizia, della verità e della convivenza fraterna nella nostra società”.

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