Migranti: Ripamonti (Centro Astalli), “muoiono davanti ai nostri occhi, eppure nessuna reazione né indignazione”

“Questo naufragio avviene letteralmente davanti ai nostri occhi. Eppure nulla si muove, in questo azzeramento delle distanze sarebbe normale un’immediata reazione da parte dell’Europa e dei governi nazionali per cercare di salvare quante più vite possibile”. A parlare è padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, che sta seguendo “con apprensione” le notizie dei 100 migranti finiti poche ore fa in mare, a causa del cedimento dell’imbarcazione su cui erano alla deriva da giorni nel tentativo di raggiungere l’Europa e fuggire da una Libia sempre più pericolosa. I soccorritori della Open Arms aggiornano in tempo reale sulla situazione delle operazioni di salvataggio: 5 i corpi senza vita recuperati ma il bilancio pare purtroppo destinato a salire. “Sarebbe ovvio attivare canali umanitari e piani di evacuazione dalle principali aree di crisi come è oggi la Libia – afferma padre Ripamonti –. Si tratta tra l’altro di misure già sperimentate che bisognerebbe mettere in atto in maniera strutturale e sistematica”. “Ogni naufragio – conclude – ci mostra il paradosso di questa epoca in cui il fatto che degli esseri umani muoiano in mare non suscita reazioni e non provoca indignazione. Serve un sussulto di umanità, unico vaccino possibile al male dell’indifferenza”.

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