Consiglio d’Europa: scendono i tassi di popolazione carceraria. Il lockdown frena la criminalità, ma il virus entra anche negli istituti penitenziari

Foto SIR/Consiglio d'Europa

I tassi di popolazione carceraria registrati a metà settembre sono stati generalmente inferiori a quelli dell’inizio del 2020, segnale che “l’anno della pandemia è molto particolare in termini di criminalità e di azioni intraprese dagli attori del diritto penale per contrastarla”. Secondo uno studio condotto dall’Università di Losanna per il Consiglio d’Europa e diretto da Marcello Aebi, tra il 1° gennaio al 15 settembre il tasso di detenzione medio è sceso del 4,6%: da 121,4 a 115,8 detenuti per 100.000 abitanti (su 35 amministrazioni penali che hanno fornito dati). Diverse le cause, come “la diminuzione dell’attività del sistema giudiziario penale dovuta al confinamento, il rilascio dei detenuti come misura preventiva per ridurre la diffusione del Covid-19 e il calo della criminalità prodotto dal lockdown, che può aver ridotto le possibilità di commettere reati tradizionali”. Infatti, i dati nei quattro periodi di riferimento – gennaio, aprile, giugno e settembre – mostrano ad esempio che a metà aprile, in 17 amministrazioni penitenziarie, tra cui l’Italia, il tasso di detenzione era già sceso di oltre il 4% e rimaneva stabile in 29 amministrazioni penitenziarie. La Svezia, che non ha attuato il confinamento della popolazione, è stato l’unico Paese in cui il tasso di detenzione è aumentato.
Al 15 giugno, erano 27 le amministrazioni penitenziarie in cui i tassi di popolazione carceraria erano diminuiti, per 14 si registravano tendenze stabili e solo la Svezia e la Grecia avevano tassi superiori a giugno rispetto a gennaio. 143 mila sarebbero i prigionieri rilasciati in 25 amministrazioni (il 40% in Turchia). Durante l’estate e senza lockdown, la tendenza si è invertita in 12 amministrazioni penitenziarie. In Italia tra settembre e gennaio la popolazione carceraria è scesa del 10,8%. Secondo lo studio, almeno 3.300 detenuti e 5.100 agenti penitenziari hanno contratto il Covid-19 entro il 15 settembre nelle 38 amministrazioni penitenziarie europee che hanno fornito i dati.

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