Diocesi: Rimini, rapporto Caritas sulle povertà. Casa primo problema. Vescovo Anselmi, “pensiamo a una solidarietà a 361 gradi”

Come ogni anno, la Caritas diocesana di Rimini ha pubblicato il Rapporto sulle povertà, attraverso il quale fotografa i bisogni reali, le richieste e le situazioni di fragilità presenti sul territorio, “al fine di affrontarle in modo puntuale”. Il nuovo report, che si riferisce all’anno 2022, rileva – spiega un comunicato – come in tutte le Caritas della diocesi di Rimini (Caritas diocesana e parrocchiali) sono state oltre 5.400 le famiglie incontrate, circa 800 in più rispetto al 2021, per un totale di oltre 10mila persone. “Un trend in aumento che, purtroppo, si registra anche in merito ai nuovi poveri, ossia coloro che non si erano mai trovati in condizione di povertà prima dell’anno di riferimento: il 40% delle persone incontrate, diversamente dall’anno precedente quando erano il 34%”.
Dal punto di vista della provenienza, “gli stranieri in condizione di povertà sono complessivamente aumentati del 7% rispetto al 2021” (oltre 3.100 persone), mentre gli italiani sono passati da 1.700 nel 2019 agli oltre 2.100 del 2022. “Tra le principali cause di questa situazione, la Caritas rileva difficoltà per quanto riguarda i redditi bassi, l’occupazione, i rapporti difficili con i familiari e, in modo particolare, la casa”. L’alloggio, infatti, rappresenta “la criticità più grande, essendo Rimini la seconda provincia in Emilia-Romagna per costo della casa, posizionandosi al quinto posto, invece, per i canoni d’affitto. Una situazione che produce un numero importante di persone senza fissa dimora: nel 2022 la Caritas riminese ha incontrato 1.500 persone senzatetto”.
“La casa attualmente è il problema principale – conferma Mario Galasso, direttore della Caritas diocesana di Rimini – Il problema dei mutui, esploso con l’innalzamento dei tassi di interesse, ci ha fatto incontrare tante famiglie impensabili, anche nuclei giovani dove entrambi i membri lavorano ma non riescono a far fronte alle difficoltà”.
“Dovremo sempre più concepire la Chiesa, e l’umanità tutta, come una famiglia, al cui interno vivono figli che soffrono. – le parole del vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi –. La carità non è un servizio, ma la piena realizzazione di un clima familiare, è un ‘dovere’ di chi fa parte della famiglia. E tutti siamo chiamati e invitati a pensare a tutti, non solo a chi è vicino a noi, gomito a gomito, ma anche a chi vive più lontano, magari nei territori di guerra o alle prese con crisi energetiche o economiche. Pensiamo a una solidarietà a 361 gradi”.

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