Sant’Antonio: mons. Cipolla e fra Ramina, come lui “rimanere fedelmente attaccati a Gesù, nell’intimità di un’amicizia bellissima e vitale”

“Sant’Antonio ci ricorda che non si può essere cristiani da soli; che i discepoli e le discepole di Gesù fanno famiglia, fanno comunità”. Lo scrivono mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, e fra Antonio Ramina, rettore della Basilica del Santo, in un messaggio congiunto, intitolato “Il Signore ci doni pace!”, in vista della festa di Sant’Antonio di Padova, che si celebra il 13 giugno. Ricordando i tanti pellegrinaggi che raggiungono Padova, osservano: “Camminare: questo è un tratto quanto mai suggestivo dell’esperienza credente. Nessuno è mai arrivato alla meta una volta per tutte; sempre si può ricominciare, ripartire; sempre si annunciano a noi promesse che meritano di essere ulteriormente accolte, per riprendere il pellegrinaggio. Il cammino ci ricorda esattamente questo: che, per quanti errori noi possiamo aver compiuto, sempre ci sarà data la possibilità di risollevarci. Ma ci dice anche che, per quanto noi possiamo arrivare lontani, il Signore saprà spingerci oltre, attirarci a sé con il fascino della sua bontà; ci solleciterà a metterci sulle sue tracce senza stancarci mai. Pellegrini e – perché no? – esploratori curiosi: così desideriamo essere, uomini e donne animati dalla speranza”. Dunque, “popolo” e “viaggio”, “coralità e cammino”: “Sono esattamente i due ‘poli’ a cui desidera dar voce il dinamismo sinodale che sta vivendo anche questa nostra Chiesa di Padova. Siamo invitati ad iniziare un percorso di discernimento che aiuterà la nostra comunità diocesana a vivere più intensamente la missione che il Signore ci ha affidato”. Indipendentemente dai “risultati” che si potranno raggiungere attraverso il Sinodo, evidenziano mons. Cipolla e fra Ramina, “un frutto buono lo possiamo già assaporare agli inizi: camminare insieme è già segno luminoso di Vangelo. È già un trasparente atto di fede, perché esprime la nostra fiducia nello Spirito di Dio che, sin dalle origini della Chiesa, ha parlato a comunità raccolte in preghiera, o radunate per capire e compiere decisioni”. Secondo il vescovo e il rettore, “quanto più saranno le voci a cui sarà dato diritto di cittadinanza, tanto maggiori saranno le ‘garanzie’ che è lo Spirito del Signore a parlare, a farsi presente. Per questo ringraziamo il Signore!”. “Ci piacerebbe che anche in noi, nelle nostre comunità e famiglie riprendesse vigore, almeno un po’ di vigore, qualcosa di ciò che ardeva nel cuore di Sant’Antonio: il suo amore infinitamente grato per il Signore Gesù – aggiungono -. Questo è stato costantemente il suo tesoro più grande, la sua passione dominante: rimanere fedelmente attaccato a Gesù, nell’intimità di un’amicizia bellissima e vitale con lui; e risvegliare in coloro che incontrava la medesima aspirazione a vivere, con il Salvatore, un rapporto profondo e vero”.

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