Diocesi: Perugia, la “Raccolta fondi per l’Ucraina” ha fruttato 27mila euro. Mons. Salvi, “grazie per la generosità dimostrata”

(Foto: diocesi di Perugia-Città della Pieve)

“Anche la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, attraverso parrocchie, famiglie religiose e con il coinvolgimento della locale comunità ucraina di rito greco-cattolico, non ha fatto mancare il suo sostegno spirituale e materiale a quanti sono fuggiti dall’Ucraina per sottrarsi alla guerra e ad una violenza inaudita contro la persona e i suoi affetti più cari”. A sottolinearlo è il vescovo e amministratore diocesano, mons. Marco Salvi, nel rendere noti i “frutti” della “Raccolta fondi per l’Ucraina”. Una raccolta diocesana avviata subito dopo l’inizio delle ostilità, per finanziare le iniziative messe in campo dalla Caritas e da altre realtà socio-caritative ecclesiali nell’assistere dignitosamente più di 200 nuclei familiari composti in gran parte da donne e minori. Significativo anche il dato delle 98 famiglie perugine che hanno messo a disposizione una loro abitazione e quello di coloro che hanno accolto in casa profughi ucraini riservandogli una camera (attualmente sono 14).
“Desidero ringraziarvi tutti di cuore – scrive mons. Salvi in un messaggio rivolto alla comunità diocesana – per la generosità dimostrata in occasione della’Raccolta fondi per l’Ucraina’ e dei diversi altri gesti di solidarietà concreta promossi dalla nostra arcidiocesi: un segnale di grande attenzione verso il prossimo che ci fa sentire interpreti veri della carità evangelica”.
La Raccolta fondi ha fruttato 27mila euro di cui 23mila euro erogati alla Caritas diocesana per le attività di accompagnamento e integrazione delle famiglie ucraine, per l’apprendimento della lingua italiana, per spese sanitarie, per l’acquisto di materiale didattico e per attività del dopo scuola di 130 minori. I restanti 4mila euro sono stati stanziati per l’attività di “centro di accoglienza profughi” della società cooperativa “Unitatis Redintegratio” (euro 2.500) e per le spese legate ai servizi socio-assistenziali necessari a sostenere le attività in favore dei profughi (euro 1.500).
Va anche “rendicontata” la solidarietà spontanea di migliaia di perugini che hanno donato diverse tonnellate di beni di prima necessità a favore degli ucraini sia rimasti in patria che per quelli giunti a Perugia.

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