Diocesi: Modena-Nonantola, 11 giugno ritornano due opere d’arte del ‘500 a Spilamberto

Sabato 11 giugno torneranno a Spilamberto due dipinti che, da 75 anni, per ragioni di sicurezza, si trovavano presso la Galleria Estense di Modena; due capolavori la cui storia è profondamente legata alla piccola “capitale dei Rangoni”. Si tratta della Madonna in adorazione di Gesù Bambino, attribuita a Jacopo da Valenza, e la Madonna con il Bambino tra i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco, di Giovanni Antonio Scacceri, risalenti al XVI secolo, appartenevano infatti alla soppressa confraternita di Santa Maria degli Angeli, che esercitava opere di culto e di misericordia corporale. Secondo quanto riferisce l’arcidiocesi di Modena-Nonantola, già nel 1989 l’associazione culturale “Il Torrione” di Spilamberto chiese di potere esporre la Madonna con Gesù Bambino e i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco, che era stata recentemente restaurata, ma per ragioni di sicurezza non fu possibile. “Da allora, ci siamo messi all’opera per trent’anni al fine di riportare i dipinti in paese – spiega il presidente de ‘Il Torrione’, Graziano Giacobazzi -. La nostra iniziativa ha recuperato slancio dopo l’interessamento di mons. Antonio Lanfranchi, che utilizzò un dettaglio della Madonna con Gesù Bambino e i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco come copertina della lettera pastorale del 2012”. L’associazione si è fatta quindi promotrice di un intervento che potesse creare le condizioni per ricollocare definitivamente i due dipinti in Sant’Adriano a Spilamberto – cui appartengono dal 1958 – costruendo una rete con l’Ufficio diocesano beni culturali ecclesiastici, con la parrocchia di Sant’Adriano III Papa, il Comune, la farmacia Fondo Bosco e Banca Generali Private. “Il ritorno definitivo delle due opere a Spilamberto ha richiesto interventi molto significativi: l’installazione di un impianto di videosorveglianza di tutta la chiesa di Sant’Adriano, la collocazione di teche con adeguati sistemi di sicurezza non solo contro il furto, ma anche contro il deterioramento delle tele a causa dell’umidità, il tutto su progetto dei tecnici Giorgio Bonetti e Stefano Meschiari – spiega Giacobazzi -. Grazie agli sponsor privati, al Comune e all’Arcidiocesi, che ha contribuito significativamente con fondi Cei 8xmille per 5mila euro sui 13.200 dell’impianto antintrusione, il costo dell’intervento è stato integralmente coperto”.

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