Cinema ed audiovisivi: a Roma convegno su storia del cattolicesimo contemporaneo e memoria. Mons. Viganò, “la Chiesa è restata indietro”

foto SIR/Marco Calvarese

È iniziato questa mattina, nel palazzo Antici Mattei di Roma, il convegno “La storia del cattolicesimo contemporaneo e le memorie del cinema e dell’audiovisivo”, che durerà fino a domani e si propone di realizzare un primo stato dell’arte sulle fonti audiovisive e le pratiche di ricerca per lo studio della storia del cattolicesimo contemporaneo. Sono mons. Dario Edoardo Viganò e Gianluca della Maggiore i curatori dell’iniziativa organizzata con la collaborazione della Consulta universitaria del cinema, Siae e Direzione generale cinema e audiovisivo del ministero della Cultura. “Un lavoro importante perché apre ad un progetto destinato a durare nel tempo”, queste le parole di Maria Amata Garito, rettore di Uninettuno, intervenuta per i saluti iniziali, per elogiare l’idea ambiziosa e nata in un periodo particolare che offre l’opportunità di riflettere sul patrimonio a disposizione, creando uno strumento di patrimonio per tutte le università. Il ruolo strategico delle fonti audiovisive al centro dell’intervento di Giuliana Carluccio, presidente della Consulta universitaria del cinema, che ha raggiunto la platea con un messaggio a distanza, e anche di quello di Nicola Borrelli, direttore generale della Direzione generale cinema e audiovisivo del ministero della Cultura: “Cinema e audiovisivo sono le fonti più importanti di rappresentare le caratteristiche storiche e culturali di un popolo e di un territorio”. Partendo dall’idea originaria del Vaticano, rivelatasi poco produttiva nel tempo perché autonoma e scoordinata, mons. Viganò ha spiegato la valenza di un progetto che vuole raccogliere le fonti audiovisive che rischiano di andare perse, come denunciato dall’Unesco in merito. “La Chiesa cattolica è restata indietro, perdendo larga parte di quanto prodotto”, ha affermato mons. Viganò, che ha ricordato le parole di Papa Francesco quando chiedeva di essere bravi a custodire la memoria per immagini per poterla trasferire ai propri figli e nipoti, sognando un’istituzione che funzioni da archivio centrale per la conservazione permanente ed ordinata dei fondi storici audiovisivi degli organismi della Santa Sede e della Chiesa universale.

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