Corte europea: non si può imporre l’aborto a persone con disabilità intellettiva ma capacità giuridica. La Moldavia deve risarcire tre donne

La Moldavia ha violato la Convenzione dei diritti umani e dovrà risarcire tre donne, con disabilità intellettiva ma capacità giuridica, ricoverate in un centro per malati neuropsichiatrici, a cui sono stati imposti aborti e misure anticoncezionali, dopo che erano state ripetutamente stuprate da uno dei medici responsabili. Secondo la Corte europea dei diritti umani si è violato l’articolo 3 (divieto di trattamenti inumani o degradanti) della Convenzione con una “inadeguata protezione giuridica della integrità della persona fisica di donne con disabilità intellettive” costringendole ad abortire e sottoponendo una delle tre a misure contraccettive invasive. Inoltre la Corte ha verificato che le autorità non hanno investigato adeguatamente nelle denunce delle tre donne e che il codice penale moldavo non protegge adeguatamente simili situazioni di interventi medici invasivi compiuti senza il consenso dei pazienti. La drammatica vicenda ha visto coinvolte tre donne (due nate nel 1984 e una nel 1973) tutte con “disabilità intellettive di diverse gravità”, spiega la nota della Corte europea, ma tutte con “capacità giuridica” (cioè considerate idonee a prendere decisioni). Le tre storie si assomigliano in molti elementi (i ripetuti stupri, le gravidanze, gli aborti forzati; solo a una è stata impiantata una spirale senza che la donna ne fosse a conoscenza) come anche i ricorsi presentati alla Corte nel 2015, in ragione del fatto che i procedimenti giuridici nel loro Paese non avevano indagato con adeguata accuratezza l’assenza di consenso all’interruzione della gravidanza o alla misura anticoncezionale. Il medico incriminato nel 2019 è stato condannato a 15 anni di carcere per aver stuprato 16 residenti della clinica, tra cui le tre donne.

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