Salute mentale: Unicef, “in Europa c’è una perdita annuale di capitale umano equivalente a 50 miliardi di euro”

La nuova analisi del Brief europeo “La condizione dell’infanzia nel mondo: Nella mia mente” dell’Unicef, lanciata oggi, indica che la perdita annuale di capitale umano che deriva dalle condizioni generali di salute mentale in Europa tra i bambini e i giovani tra 0 e 19 anni è di 50 miliardi di euro.
Oltre agli investimenti sull’assistenza all’infanzia di qualità, sulla genitorialità e sulle misure per le famiglie in tutti i settori, l’Unicef identifica 5 interventi prioritari per le istituzioni europee e i governi nazionali. Innanzitutto, serve “supportare interventi per facilitare l’accesso dei gruppi vulnerabili a servizi per la salute mentale e fornire migliori infrastrutture regionali” e “includere l’accesso ai servizi per la salute mentale nei piani di azione nazionali, anche sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali e online per ridurre i gap nell’accesso al supporto per la salute mentale”. Inoltre, occorre “fornire programmi a scuola per diffondere consapevolezza e capacità di adattamento emotivo per gli adolescenti; integrare servizi di consultorio per la salute mentale; formare insegnanti e staff scolastico; creare spazi sicuri per i bambini di confronto e condivisione. Integrare programmi di genitorialità positiva che prevengono la violenza domestica. L’Unione europea dovrebbe supportare iniziative per ‘l’apprendimento sicuro’ per porre fine alla violenza a scuola e tramite la scuola affinché i bambini si sentano liberi di imparare, crescere e realizzare i propri sogni”. Il quarto intervento prioritario è “investire risorse adeguate per formare gli operatori sanitari e sociali sulla salute mentale per supportare i servizi per i bambini che migrano” e il quinto è “incorporare azioni mirate sulla salute mentale e il benessere psicosociale nell’assistenza ufficiale per lo sviluppo dedicata allo sviluppo umano, così come nei programmi umanitari di preparazione, risposta e ripresa per rispondere ai bisogni di tutte le popolazioni colpite da emergenze, compresa la protezione dell’infanzia durante crisi umanitarie”.

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