Ecumenismo e dialogo: don Savina, no a “indagini sociologiche”, sì a “raccogliere il vissuto”. Pronte 16 schede per l’Irc

“Non si tratta di andare a fare un’indagine sociologica, ma di raccogliere il vissuto delle nostre diocesi”. Così don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei (Unedi), ha spiegato il senso dell’Osservatorio permanente costituito dall’Ufficio a servizio delle Chiese locali. Durante la prima assemblea dei Tavoli di studio dell’Unedi, svoltosi oggi a Roma, Savina ha spiegato che sono il frutto di un anno e mezzo di lavoro e di 92 webinar: un percorso nato “dall’urgenza di costituire reti di relazioni e conoscenza sul territorio, quello italiano, che è sempre più pluriconfessionale e plurireligioso”. Va in questa direzione anche il lavoro di revisione dei testi per l’insegnamento della religione, svolto in collaborazione con l’Ufficio nazionale della Cei per l’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc), con l’Ufficio Scuola della Cei e con l’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane): 16 schede che, tramite il contributo degli esperti delle varie discipline che compongono i Tavoli di studio, sono una sorta di “mappatura” delle comunità religiose presenti nei nostri territori e che – ha spiegato don Daniele Saottini, direttore dell’Ufficio Irc della Cei – “non vanno utilizzate direttamente nella didattica, ma dall’autore del libro di religione per pensare, leggere e scrivere quello che sarà poi pubblicato”. “L’insegnante di religione dovrebbe insegnare ciò che la Chiesa cattolica dice delle diverse religioni”, ha precisato Saottini, ricordando che per la scuola italiana sono attualmente disponibili 160 libri di testo per l’insegnamento della religione: 58 per la scuola primaria, 53 per la secondaria di primo grado e 46 per la secondaria di secondo grado.

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