Cammino sinodale: mons. Pennisi (Monreale), “siamo chiamati ad essere segno di una Chiesa in ascolto”

“Siamo chiamati ad essere segno di una Chiesa in ascolto e in cammino. In questo modo possiamo prepararci a celebrare il Sinodo diocesano, quello della Chiesa Italiana e a dare il contributo al Sinodo della Chiesa universale”. Lo ha affermato oggi pomeriggio l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, nell’omelia pronunciata nella celebrazione eucaristica per l’inizio anno pastorale.
“La Chiesa sinodale – ha ricordato – è un ‘popolo di figli’ e, un ‘popolo di fratelli e di sorelle’ che camminano e decidono insieme facendo ciascuno la propria parte nella comunità e per la comunità”. “La sinodalità – ha proseguito l’arcivescovo – deve caratterizzare la vita della Chiesa in uscita che va verso la comunità degli uomini, verso le piaghe tristi della povertà vecchie e nuove e quelle doloranti delle divisioni e delle inimicizie”. “La sinodalità, indica lo specifico modo di vivere e di operare della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione, nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea, nella partecipazione responsabile e ordinata di tutti i suoi membri al discernimento dei ‘segni dei tempi’, nell’impegno per la nuova evangelizzazione”, ha continuato mons. Pennisi, evidenziando che “tutti i membri della Chiesa sono corresponsabili della vita e della missione della comunità e tutti sono chiamati ad operare secondo la legge della mutua solidarietà nel rispetto degli specifici ministeri e carismi, in quanto ognuno di essi attinge la sua energia dall’unico Signore (cfr. 1Cor 15,45), all’unico Spirito e all’unico Dio e Padre”. Per mons. Pennisi, “una Chiesa che non ascolta e che si mostra chiusa alla novità e alle sorprese dello Spirito che rinnova la faccia della terra, non potrà risultare credibile, in particolare per i giovani, che inevitabilmente si allontaneranno anziché avvicinarsi”. “Il nuovo anno pastorale può essere il tempo in cui sviluppare il tema della sinodalità per realizzare prassi evangeliche di discernimento comunitario, di fraternità e di solidarietà”, l’indicazione dell’arcivescovo ribadendo che “i settori su cui la pastorale diocesana deve orientare tutte le proprie energie” sono “l’evangelizzazione, la pastorale delle famiglie e dei giovani”.

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