Coronavirus Covid: Chiese custodi della Natività a Betlemme, “non abbiamo smesso di pregare per la fine di questa pandemia”

Basilica della Natività a Betlemme

“Da questo luogo santo inviamo un messaggio di speranza a tutto il mondo: non abbiamo smesso di pregare per la fine di questa pandemia e per tutti voi”. È quanto affermato dall’arcivescovo Theophylaktos, vicario patriarcale greco ortodosso a Betlemme, commentando al Christian Media Center della Custodia di Terra Santa, la riapertura il 26 maggio, dopo 83 giorni di quarantena, della basilica della Natività. Felicità condivisa anche da padre Asbad Balian, capo del monastero armeno nella chiesa della Natività: “Ringraziamo il Signore, l’Onnipotente, perché abbiamo potuto riaprire la chiesa e accogliere i credenti, pregare insieme a loro, esprimere tutta la nostra gratitudine al Signore per l’ aiuto e il sostegno agli uomini e alla Chiesa. Ci siamo sostenuti a vicenda e abbiamo superato le difficoltà, perché insieme siamo più forti. Se siamo uniti, vinceremo!”. “Il santuario della Natività è stato chiuso materialmente ma è sempre rimasto aperto spiritualmente – sottolinea il francescano padre Enrique Segovia, guardiano della basilica della Natività – aprire la porta significa ancora una volta accogliere tutti i pellegrini che sicuramente arriveranno piano piano a questo Luogo Santo e anche ai fedeli locali che sicuramente parteciperanno, insieme ai parroci, alla liturgia della domenica e alle diverse celebrazioni”. In conformità alla dichiarazione ufficiale rilasciata dai capi delle tre Chiese custodi della Natività, l’accesso alla basilica potrà avvenire con alcune restrizioni. Tra queste ingresso consentito a massimo 50 persone, senza febbre o sintomi da coronavirus e con l’obbligo di indossare la mascherina.

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