Messa crismale: Treviso, il vescovo Tomasi decide che quest’anno non verrà celebrata per “difficoltà nel preparare una celebrazione sicura e dignitosa”

La Messa crismale che, all’inizio del Triduo pasquale, riunisce in cattedrale attorno al vescovo tutti i sacerdoti e i diaconi, quest’anno nella diocesi di Treviso non verrà celebrata. Lo ha deciso il vescovo Michele Tomasi che, in una lettera alla diocesi, spiega le ragioni di tale scelta.
“Sarebbe stato possibile celebrarla ancora durante il tempo di Pasqua, vale a dire fino alla solennità di Pentecoste, se si fossero presentate le condizioni”, osserva il vescovo, precisando che “mentre eravamo, fino ad alcuni giorni fa, ancora in tempo utile per provare ad organizzare la celebrazione della Messa dal Crisma in diocesi, era già evidente che – malgrado l’allentamento delle restrizioni – ad essa non avrebbero potuto partecipare tutti i presbiteri e nemmeno tutti i rappresentanti dei fedeli, laici e religiosi, la cui presenza e la comune preghiera rende così unica e significativa questa solenne celebrazione”. Il “limite massimo di 200 partecipanti”, le “difficoltà per la preparazione di una celebrazione sicura e dignitosa, che potesse garantire al contempo sicurezza e valore liturgico ed ecclesiale” e, “non ultimo, il timore per un eventuale contagio che avrebbe coinvolto sacerdoti provenienti da tutte le zone della diocesi”, hanno portato alla decisione: “Non mi sono sentito di convocare alla celebrazione in queste condizioni”, rivela mons. Tomasi, anche se “avrei voluto tanto non perdere questo momento: la convocazione attorno al vescovo dei presbiteri e dei diaconi che con lui rinnovano le promesse fatte il giorno dell’Ordinazione è davvero un momento significativo della vita della diocesi”. Assicurando che “ci ritroveremo quando sarà possibile in sicurezza e in condizioni di maggiore serenità per una celebrazione insieme”, il vescovo chiede “di accettare anche questa povertà e questa spoliazione come un passo mosso nella fiducia in Lui che si fa presente proprio là dove ci pare che sia impossibile, là dove ne abbiamo davvero bisogno”.

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