Via Crucis: undicesima stazione, “non ho mai pensato di accorciare la croce”

foto SIR/Marco Calvarese

“Non ho mai pensato di accorciare la croce, nemmeno quando la legge me lo concedeva. Ho scelto di sottopormi al giudizio ordinario: lo dovevo a me, ai ragazzi che ho educato negli anni del Seminario, alle loro famiglie”. L’undicesima stazione della Via Crucis racconta di un sacerdote condannato ingiustamente e poi assolto dopo dieci anni di reclusione. “Mentre salivo il mio calvario, li ho trovati tutti lungo la strada”, la sua testimonianza: “Sono diventati i miei cirenei, hanno sopportato con me il peso della croce, mi hanno asciugato tante lacrime. Assieme a me tanti di loro hanno pregato per il ragazzo che mi ha accusato: non smetteremo mai di farlo. Il giorno in cui sono stato assolto con formula piena, ho scoperto di essere più felice di dieci anni fa: ho toccato con mano l’azione di Dio nella mia vita. Appeso in croce, il mio sacerdozio si è illuminato”.

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