Via Crucis: terza stazione, “avevo condotto anche la mia famiglia nel burrone, non cerco sconti”

foto SIR/Marco Calvarese

“È stata la prima volta che sono caduto, ma quella caduta è stata per me la morte: ho tolto la vita ad una persona. È bastato un giorno per passare da una vita irreprensibile a compiere un gesto nel quale è racchiusa la violazione di tutti i comandamenti”. Lo racconta un detenuto nella terza stazione della Via Crucis, presieduta dal Papa sul sagrato della basilica di San Pietro. “Non mi ero accorto che il male, lentamente, cresceva dentro me”, rivela: “Finché, una sera, è scoccata la mia ora delle tenebre: in un attimo, come una valanga, mi si sono scatenate contro le memorie di tutte le ingiustizie subite in vita. Avevo condotto anche la mia famiglia nel burrone: per causa mia, hanno perso il loro cognome, l’onorabilità, sono divenuti soltanto la famiglia dell’assassino”. “Non cerco scusanti né sconti, espierò la mia pena fino all’ultimo giorno perché in carcere ho trovato gente che mi ha ridato la fiducia perduta”, la fotografia dell’oggi.

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