Via Crucis: settima stazione, “non sapevo quello che facevo, adesso sto cercando di ricostruire la mia vita”

foto SIR/Marco Calvarese

“Un giorno sono finito io dietro le sbarre, assieme a mio fratello. Come se non bastasse, ho condotto lì dentro anche mio padre e mia madre. Stanno invecchiando in prigione per colpa mia”. È uno spacciatore il protagonista, senza nome come gli altri, della settima stazione della Via Crucis, presieduta dal Papa sul sagrato della basilica di San Pietro. “Sono caduto a terra due volte”, racconta tracciando un bilancio della propria esistenza: “La prima quando il male mi ha affascinato e io ho ceduto: spacciare droga, ai miei occhi, valeva più del lavoro di mio padre che si spaccava la schiena dieci ore al giorno. La seconda è stata quando, dopo aver rovinato la famiglia, ho cominciato a chiedermi: ‘Chi sono io perché Cristo muoia per me?’. Solo oggi riesco ad ammetterlo: in quegli anni non sapevo quello che facevo. Adesso che lo so, con l’aiuto di Dio, sto cercando di ricostruire la mia vita”.

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