Welfare: Gazzi (Cnoas), “ancora molto da fare contro disuguaglianze e per rispetto diritti”. Sottoscritta intesa con Dire contro violenza su donne

“Se perdi il lavoro, se hai un figlio disabile o hai un problema di salute mentale o una dipendenza. Se sei anziano, solo o non autosufficiente. Se il tuo uomo è violento o se i tuoi compagni di scuola ti bullizzano. Se sei un migrante o un povero o hai i genitori sbagliati… Dovresti essere protetto, rassicurato, aiutato, assistito, curato. Ed è lì che scopri il welfare che non c’è, è lì che ti accorgi che nessuno è davvero protetto. A meno di non avere i soldi, tanti, e non potersi comprare quello che lo Stato dovrebbe garantire a tutti. Noi siamo di parte, noi siamo partigiani. Orgogliosi e abituati a stare nei luoghi dove molti non vogliono stare, non vogliono vedere, non vogliono nominare”. L’allarme del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas), Gianmario Gazzi, è arrivato ieri, martedì 21 marzo, in apertura degli Stati generali in corso a Roma e che culmineranno con i trent’anni dalla nascita dell’Ordine. “Grazie al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto dare valore a questa occasione premiandoci con una medaglia”, ha esordito Gazzi, ricordando che, “per la lotta alle diseguaglianze e il rispetto dei diritti, c’è ancora troppa strada da fare. Non è più soltanto una questione di risorse, ma di priorità e il sociale non è una priorità a meno che non sia in corso una pandemia. Stiamo addirittura rischiando di mettere in forse le risorse del Pnrr perché non ci sono le strutture adeguate”.
Davanti a 400 persone presenti e 2.500 assistenti sociali collegati on line, si sono confrontati, tra gli altri, il direttore scientifico di Asvis, Enrico Giovannini, ed “esperti per esperienza”, ovvero persone che vivono sulla propria pelle il problema della disabilità, della violenza di genere, dell’abbandono; docenti universitari. Sottoscritto, inoltre, un protocollo tra Cnoas e associazione Dire contro la violenza per sostenere le donne che subiscono o hanno subito violenza, a supporto della costruzione di un percorso di vita alternativo.
“Siamo qui non soltanto per denunciare, ma per cercare e proporre soluzioni – ha detto la vicepresidente Barbara Rosina –. RdC? Mia? I figli di chi? La polemica politica, lo scontro verbale e mediatico, lasci lo spazio allo sguardo sulle persone vere. Quelle che noi incontriamo ogni giorno, quelle che non si sentono protette. Può capitare a chiunque, anche a chi oggi non lo immagina”.

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