Diocesi: mons. Parisi (Lamezia Terme) agli studenti, “per ricomporre il mondo dobbiamo riconoscere e ricostruire il volto dell’uomo”

“Se vogliamo ricomporre il mondo e se vogliamo sollevare le sorti della terra, dobbiamo riconoscere e ricostruire il volto dell’uomo”. Questo, in sintesi, il messaggio che il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, ha consegnato agli studenti dell’Istituto comprensivo “Manzoni Augruso” dove questa mattina ha presieduto una messa durante la quale, come chiesto anche dalla dirigente Antonella Mongiardo, si è anche pregato per i morti nella tragedia di Steccato di Cutro, per i loro familiari e per chi è sopravvissuto al naufragio.
“Cari ragazzi – ha affermato il presule – ho pensato quello che dovevo dirvi in questo incontro. Però, il mistero di Dio è ancora più grande perché io avevo pensato ad una cosa che, poi, più o meno, l’ho trovata scritta qui: ‘I bambini sono la speranza in un mondo migliore, un mondo di pace’”. Quindi, facendo riferimento ad una frase contenuta nella prima lettura di oggi tratta dal libro del profeta Isaia (“Ti ho formato, ti ho stabilito come alleanza per il popolo per far risorgere la terra e farti rioccupare l’eredità devastata”), mons. Parisi ha evidenziato che “questo è il messaggio: fare risorgere la terra, il mondo”, lo stesso “che troviamo nello striscione che avete scritto. Questo vuol dire fare risorgere la terra”.
“Gesù – ha aggiunto il vescovo – ci ha detto che dobbiamo riconoscere il volto dell’uomo, rispettare il volto dell’uomo e, se questo volto viene lacerato, deturpato, strappato dalla cattiveria degli altri, è nostro compito ricomporlo. Questo mondo strappato, di cui qualche immagine è stata evocata dalla dirigente all’inizio, come avete anche detto voi sia nel brano che avete letto che nella poesia che è stata recitata, lo abbiamo visto qualche settimana proprio lì, a Steccato di Cutro. Soprattutto con i morti, ma anche con coloro che sono rimasti in vita e che hanno sfidato la morte, il mare, con la speranza di un mondo migliore, di un mondo di pace. Sono rimasti vivi ma lacerati dentro, morti dentro, strappati dentro”.
Rivolgendosi ai ragazzi ed ai bambini presenti, mons. Parisi ha raccontato la storia di un ragazzo che, per ricostruire il mappamondo disegnato su un foglio di giornale strappatogli dal fratellino, ricostruisce il volto di un uomo disegnato sul retro di quel foglio. Da qui la sollecitazione a “ricostruire il mondo riconoscendo e ridando l’aspetto dignitoso al volto di ogni uomo. Ricostruiamo il volto dell’uomo – ha concluso il vescovo – per mettere insieme tutte le parti strappate di un mondo che se è così non ci piace. Su questo proviamo di essere tutti bravissimi”.

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