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Consiglio d’Europa: Ceds, rispetto a Carta sociale “in alcuni Paesi la legge non garantisce il diritto a un orario di lavoro settimanale ragionevole per alcune categorie”

“In alcuni Paesi la legge non garantisce il diritto a un orario di lavoro settimanale ragionevole per alcune categorie di lavoratori e la giornata lavorativa può superare le 16 ore e arrivare addirittura a 24 ore”. È quanto emerge dalle conclusioni 2022 pubblicate oggi dal Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds) sulla conformità di 33 Stati esaminati agli articoli della Carta sociale europea sui diritti del lavoro. Il Ceds ha adottato 611 conclusioni: 255 di non conformità alla Carta e 245 di conformità. In 111 casi, il Ceds non ha potuto valutare la situazione. I risultati peggiori in Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Azerbaijan. Il lavoro svolto in un giorno festivo “non è adeguatamente compensato in Bosnia-Erzegovina, Georgia, Italia, Repubblica di Moldova, Portogallo, Grecia”. Mentre, nel Regno Unito il diritto dei lavoratori alla retribuzione durante i giorni festivi non è garantito. Inoltre, in alcuni Stati i lavoratori che si ammalano o hanno un infortunio durante le ferie non hanno diritto a un recupero”. In Italia non è stato possibile dichiarare la conformità per “i rischi inerenti alle occupazioni pericolose o insalubri” perché “non è possibile stabilire che sono stati sufficientemente eliminati o ridotti”. Inoltre, non tutti i lavoratori in Italia e in Spagna “che svolgono mansioni pericolose o insalubri hanno diritto a misure di compensazione adeguate (riduzione dell’orario di lavoro o permessi retribuiti aggiuntivi)”. In Bosnia-Erzegovina non si riscontra che i lavoratori esposti a rischi abbiano diritto a misure compensative adeguate.

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