Terremoto in Turchia: Save the Children, a inizio Ramadan famiglie vivono ancora in rifugi temporanei e faticano a procurarsi beni essenziali

Terremoto Turchia (Foto Save the children)

All’inizio del mese sacro del Ramadan le famiglie sfollate a causa dei terremoti che hanno colpito la Turchia hanno urgente bisogno di cibo, acqua, servizi igienici e assistenza sanitaria. Questo l’appello lanciato oggi Save the Children. Il Ramadan è considerato un periodo di compassione, carità e unione, ma con le case distrutte e le famiglie divise dalle conseguenze del sisma, quest’anno per tante persone sarà molto complicato. Solo in Turchia, i terremoti hanno provocato la morte di oltre 48mila persone, ne hanno ferite più di 115mila e hanno provocato lo sfollamento di 2,7 milioni persone, che ora vivono nelle tende o in altri insediamenti temporanei. Inoltre, la scorsa settimana due province sono state colpite da gravi inondazioni, che hanno provocato la morte di almeno 19 persone e reso ancora più difficoltoso per le famiglie cercare di rimettere insieme i pezzi della propria vita. Per sostenere la risposta all’emergenza nazionale, e in collaborazione con tutti i partner, Save the Children sta fornendo coperte, indumenti caldi, articoli per l’igiene. Uno di questi kit può garantire i livelli base di igiene a una famiglia di cinque persone per un massimo di tre mesi. Save the Children sta, inoltre, pianificando la consegna di cibo secco (tra cui riso, datteri, farina e altro) durante il Ramadan e oltre, a circa 10mila famiglie nelle province di Hatay, Gaziantep, Kahramanmaraş e Adıyaman, le aree più colpite dal sisma. Ad Hatay, sono stati già distribuiti sacchi di farina, aiutando più di 7.500 persone in difficoltà. “Quest’anno il Ramadan sarà estremamente diverso per molte famiglie della Turchia meridionale, dopo i devastanti terremoti e le gravi inondazioni”, ha dichiarato Sasha Ekanayake, Direttore di Save the Children in Turchia. “Di solito è un periodo di osservanza religiosa, di carità e di riunioni familiari, quest’anno, invece, è una lotta per trovare la stabilità. È un mese di digiuno, di condivisione, di cura per i meno fortunati e di riunione comunitaria, ma i bambini colpiti da questi terremoti e le loro famiglie devono ancora affrontare molte difficoltà, e questo, per molti, sarà un Ramadan solitario. La comunità internazionale deve intensificare gli sforzi per restituire a questi bambini e a queste famiglie un senso di normalità, sicurezza e comunità, e per proteggere il loro futuro”.

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