Ucraina: mons. Ryabukha (Donetsk) sui padri redentoristi prigionieri dei russi, “non abbiamo avuto nessuna notizia né nessun contatto”

“Purtroppo finora non abbiamo avuto nessuna notizia su come e dove stanno. Niente. Non si riesce ad avere nessun contatto”. In un’intervista al Sir dedicata alla Giornata di preghiera per la pace di domani, mons. Maksym Ryabukha, vescovo ausiliare dell’Esarcato arcivescovile di Donetsk, nel Donbass, parla anche dei due padri redentoristi, prigionieri dei russi, padre Ivan Levitskyi e padre Bohdan Heleta, catturati a novembre dello scorso anno a Berdyansk, nella regione di Zaporizhzhia. “Quello dei prigionieri civili – dice il vescovo Ryabukha – è un dramma che non vive solo la Chiesa. Insieme a questi due sacerdoti, ci sono tantissimi civili catturati dai russi di cui non si sa né dove stanno né come si possono aiutare. Mi hanno spiegato che se per i prigionieri militari c’è un sistema di scambio, per i civili questo modello non funziona, per un semplice motivo, gli ucraini non imprigionano i civili russi”. “Abbiamo perso lo sguardo di Dio sul mondo”, commenta il vescovo. “Abbiamo perso il senso di appartenenza all’unica famiglia umana. E allora quando ti chiudi dentro di te, tutti gli altri diventano tuoi nemici. Occorre riconoscersi figli di un Dio che è padre di tutti”. Parlando recentemente con i giornalisti a Roma, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, aveva detto di aver cercato “tutti i canali possibili per conoscere almeno la loro sorte”. “Si sono perse le tracce, non sappiamo dove stanno”, diceva l’arcivescovo maggiore. “Erano a Berdyansk, nella città dove sono stati catturati, poi li hanno spostati in territorio occupato russo e da allora non abbiamo più notizie. Abbiamo scritto appelli a tutti. Abbiamo chiesto a tanti organismi internazionali almeno di aiutarci ad avere notizie. Padre Bodhan soffre di diabete e non sappiamo se ancora sono in vita”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori